Secondo il commissario Dimas le stime sui costi diffuse in Italia sull'impatto del pacchetto clima sono fuori di qualsiasi proporzione rispetto a quanto l'UE sta chiedendo di fare
Il commissario europeo all’Ambiente Stavros Dimas commenta negativamente la posizione presa al summit UE dal premier Berlusconi, oltre che da alcuni industriali italiani.
Secondo Dimas i conti non tornano.
“Non so da dove vengano fuori queste cifre – ha precisato, riferendosi alle cifre portate in commissione dal governo Berlusconi e smentendo il costo dell’1,4% del Pil entro il 2020.
“Non è quello contenuto nei nostri scenari – ha sottolineato il commissario all’Ambiente UE – il costo totale per l’Italia sarà tra lo 0,51 e lo 0,66% del Pil. Inoltre questo – ha aggiunto ancora- non significa una perdita di Pil, in quanto i soldi rimangono nel Paese, si tratta di introiti che possono essere riutilizzati”.
“L’Italia – ha proseguito Dimas a Bruxelles – è uno dei paesi che fa l’affare migliore, non capisco perché tutta queste proteste”. Secondo il commissario ci sarà, “oltretutto, una crescita dell’occupazione (legate alle misure contro le emissioni) pari allo 0,3%. Non riesco a capire dove siano gli svantaggi per l’Italia”.
Stavros Dimas ha infine voluto ribadire con forza che “… in Italia vi sono enormi possibilità per le rinnovabili, voi italiani avete grandissime possibilità di innovazione tecnologica, non capisco perché non investite” in questo settore. Il commissario si è detto convinto che il pacchetto “è parte della soluzione dell’attuale crisi economica e finanziaria”.