Rinnovabili.it) – Rapida crescita per il settore solare statunitense, che solo nel primo trimestre del 2011 ha registrato la connessione in rete di 252 MW fotovoltaici, il 66% in più rispetto allo stesso periodo del 2010. Ad oggi gli Stati Uniti possono contare infatti su 2,85 GW di energia elettrica, proveniente da impianti solari, utili al fabbisogno energetico di circa 600 mila abitazioni. Tale incremento è stato reso possibile grazie al calo dei costi delle apparecchiature fotovoltaiche (pari al 15% in meno sui wafer solar, e al 7% sui moduli), e al prolungamento del “Section 1603 Treasury Program” a disposizione dell’industria solare statunitense. “Nel complesso, gli Stati Uniti sono attualmente in crescita grazie a un mercato un industria fotovoltaica sempre più stabile”, ha dichiarato Shayle Kann, amministratore delegato di Solar at GTM Research. “Ciò si riflette nei dati di mercato trimestrale del nostro rapporto e nei commenti dei fornitori, distributori e sviluppatori, i quali vedono negli Stati Uniti la possibilità di raddoppiare la sua quota di mercato globale nel 2011, a sostegno di una diversità di tipi di installazioni sempre maggiore”. In 11 dei 21 stati analizzati dal rapporto della Solar at GTM Research si è registrato un aumento di impianti solari del 50%, mentre circa l’88% delle installazioni fotovoltaiche si concentra in sette stati del nord America. Le istallazioni commerciali sono più che raddoppiate nel primo trimestre del 2011, rispetto al 2010. In termini di produzione di moduli solari c’è stato un incremento del 17% rispetto al quarto trimestre del 2010, passando da una capacità produttiva di 297 MW a 348 MW. Per quanto riguarda il solare a concentrazione sono attualmente in costruzione negli States un totale di 1.100 MW di impianti CSP e CPV. “Gli analisti prevedono che gli Stati Uniti possano diventare il più grande mercato solare del mondo nei prossimi anni, i produttori sono sempre più alla ricerca di zone adatte negli Stati Uniti per la realizzazione delle loro strutture”, ha detto Tom Kimbis, vicepresidente Strategia e Relazioni Esterne SEIA .