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State of the World 2010: risorse in pericolo? La causa è il consumismo

Il consumismo è la vera piaga del millennio. Combatterlo vorrebbe dire salvare il Pianeta, lo dichiarano gli esperti del Worldwatch Institute

(Rinnovabili.it) – Plasmare ed essere plasmati, sembra essere questa la natura dell’umanità, che si adatta agli ambienti e li modifica a seconda dei propri bisogni, uno strutturarsi a vicenda per trovare il giusto equilibrio. Nel tempo però il consumismo ha sbilanciato i rapporti e adesso la maggior parte della popolazione sembra non riuscire a fare a meno di meccanismi e soprattutto di oggetti e prodotti che fino a pochi anni fa neanche esistevano, andando a creare una serie di rapporti che non possono più spezzarsi nonostante siano assolutamente non sostenibili a livello ambientale e danneggino a lungo termine l’intero Pianeta, con effetti visibili anche a centinaia di chilometri di distanza.
Il modus vivendi va modificato se non si vuole arrivare ad un punto di non ritorno e a danni che non possono essere rimediati a causa del consumismo. A sottolinearlo i ricercatori del Worldwatch Institute e gli esperti che hanno collaborato alla stesura dello “State of the World 2010”, edito in Italia dal WWF, riportando i dati relativi ai consumi del Pianeta che, nel solo 2006, ha speso bel 30.500 miliardi di dollari in beni e servizi con un aumento progressivo che fino ad oggi ha portato all’incremento dell’estrazione di combustibili fossili, minerali, taglio di alberi e riduzione dei terreni coltivati arrivando a prelevare ogni anno 60 miliardi di risorse, con un aumento del 50% in trent’anni.
Si legge nel rapporto: “Oggi, quotidianamente, un europeo medio usa 43 chilogrammi di risorse e un americano 88. A livello globale, ogni giorno l’umanità preleva dalla Terra risorse con le quali si potrebbero costruire 112 Empire State Building, il famoso grande grattacielo di New York (l’Empire State Building è alto 381 metri, con l’antenna 443 metri ed ha un peso stimato in 275.000 tonnellate)” sottolineando come i Paesi con alto reddito siano quelli più bisognosi di uno stile di vita che sia sostenibile dal punto di vista economico ed ambientale raggiungibile mediante un uso razionale delle risorse visto che il Pianeta non potrà sopportare a lungo i ritmi attuali. “Se tutti vivessero come gli statunitensi, si ritiene che la Terra potrebbe sostenere solo 1,4 miliardi di individui”.
“Per i sistemi naturali del pianeta Terra, però, – prosegue – lo stile di vita americano o anche europeo è semplicemente improponibile. Dalle analisi riportate dal Worldwatch si è riscontrato che, nei prossimi 25 anni, per produrre energia sufficiente a soppiantare gran parte di quanto fornito dai combustibili fossili, si dovrebbero costruire 200 metri quadrati di pannelli solari fotovoltaici e 100 metri quadrati di solare termico al secondo, più 24 turbine eoliche da 3 megawatt all’ora non stop, per i prossimi 25 anni. Tutto ciò richiederebbe spropositate quantità di energia e materiali – ironicamente aumentando le emissioni di carbonio proprio quando maggiormente bisognerebbe ridurle – e aggraverebbe enormemente l’impatto ecologico globale dell’umanità nel breve termine”.