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Solare di plastica, gli eco-gadget attendono

Polimeri organici a basso costo che rimpiazzino il costoso silicio nella produzione d’energia fotovoltaica e da destinare ai dispositivi elettronici portatili. La società Solarmer Energy è sulla buona strada per completare un prototipo commerciale nel corso di quest'anno

Cinquanta centimetri quadrati di area, un’efficienza dell’8% ed una durata di almeno tre anni. Sono i numeri almeno per ora, della cella-prototipo realizzata dalla Solarmer Energy e da destinare al mercato dell’energia portatile. Cuore del dispositivo un nuovo polimero semiconduttore sintetizzato nei laboratori dell’Università di Chicago e denominato PTB1, di cui ora la società possiede il brevetto.
La sostituzione all’interno della molecola in questione di un atomo di silicio con un atomo di carbonio ha reso possibile l’aumento di capacità rispetto agli altri polimeri organici finora studiati (circa 5% di efficienza), determinando un composto che ben risponde alle esigenze di flessibilità e leggerezza. Lo strato attivo del PTB1 è spesso solo 100 nm, l’ampiezza di circa 1000 atomi; in precedenza sintetizzare anche solo piccole quantità era un processo che richiedeva tempo ed una molteplicità di passi. “Ora – spiega Luping Yu, Professore Ordinario di Chimica, e co-autore dello studio – siamo stati in grado di semplificare il processo e renderlo molto più facile da realizzare su larga scala”. E il lavoro non si fermerebbe qui, il team di scienziati dell’UCLA con il supporto della Solarmer sono già pronti a spingere le prestazioni di questa cella solare oltre il 10% di efficienza. “Ci auguriamo che celle solari come queste un giorno possano essere utili per qualsiasi tipo di applicazione, andando ben oltre i tradizionali moduli solari sui tetti di casa. Sappiamo che il potenziale c’è”.

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