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Smart meter, l’Italia all’avanguardia nel mercato europeo

Molti Paesi hanno già avviato l’installazione dei contatori intelligenti. Tra questi lo Stivale può contare già su circa 32.1 milioni di istallazioni alla fine del 2008.

(Rinnovabili.it) – Smart Meter? L’Italia può insegnare qualcosa. Con i suoi 32.1 milioni di contatori installati alla fine dello scorso anno il Bel paese risulta essere all’avanguardia nel panorama europeo e non solo. Lo rivela l’ultima ricerca condotta dagli analisti di Frost & Sullivan che mette tra l’altro in luce come sia l’Enel l’azienda più attiva e più avanzata in Europa in questo tipo di “rivoluzione”.
Parte integrale del grande movimento verso una rete intelligente, spiega il Research Analyst di Frost & Sullivan, Vikas Ravidran, gli smart meter oltre alla funzionalità di base per la misurazione dell’energia consumata, sono anche in grado di trasmettere dati in entrambe le direzioni, da e verso i sistemi centrali della società energetica. “Ciò assicura maggior trasparenza e il monitoraggio efficiente dell’energia. I contatori intelligenti permettono alle società energetiche di variare i prezzi in tempo reale. Questo significa che i consumatori consumerebbero meno nei periodi di costo elevato, portando perciò ad una riduzione delle emissioni, dei costi e della pressione generale sulla rete elettrica”.
Anche Canada e gli Stati Uniti non sono da meno, il primo con ben 270 mila contatori intelligenti installati soltanto nella città di Ottawa alla fine del 2007ed il secondo che attraverso i programmi federali messi appunto dall’amministrazione Obama punta alla creazione di una rete energetica intelligente, con più di 9 milioni di contatori per elettricità e gas già approvati per la California.
All’appello rispondono pure Australia e India, mentre a livello UE i risultati più scarsi si registrano nel Regno Unito, dove il mercato è strutturato in modo tale che l’adozione di simili sistemi sia molto complessa e inefficiente dal punto di vista economico.
“Il mercato in Europa è spinto soprattutto dalla legislazione – spiega l’analista – La liberalizzazione del mercato dell’energia nel 2007 e l’evoluzione di un quadro regolamentare più favorevole sono sicuramente alla base dell’apertura del mercato”. Ora che le leggi sono state messe a punto, secondo la ricerca – il passo successivo è quello dell’effettiva implementazione. Questo però non è quello che è successo nel caso dell’Europa. La Direttiva per i Servizi Energetici che sarebbe dovuta entrare in vigore come legge nel 2008 non è stata ancora ratificata. E oltre alle leggi, il maggior freno all’industria è l’interoperabilità: il sistema installato da un fornitore di energia dovrebbe poter essere utilizzato da un fornitore differente nel caso in cui il consumatore decida di cambiare fornitura.