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Siti contaminati ed aree dismesse per produrre energia pulita

(Rinnovabili.it) – L’EPA (Environmental Protection Agency) e l’NREL (National Renewable Energy Laboratory) del Dipartimento Usa dell’Energia stanno valutando la possibilità di sviluppare progetti di energia rinnovabile sfruttando i siti contaminati da sostanze tossiche, le aree industriali dismesse, le discariche e le cave abbandonate.
Le aree contaminate sono risultate le più difficili da gestire in quanto nelle operazioni di bonifica rimangono alti i rischi per la salute umana e per l’ambiente, così come accade anche per la riconversione delle aree industriali. Oltre al fattore rischio le operazioni richiedono ingenti investimenti in denaro: l’EPA ha messo, infatti, a disposizione degli interventi, con la collaborazione dell’NREL, una somma superiore ai 650mila dollari. L’operazione che rientra nel progetto statunitense “RE-Powering America’s Land”:https://www.epa.gov/renewableenergyland/ (letteralmente ‘ridare energia alle terre americane’) che, lanciata nel settembre 2008, mira a ridurre l’utilizzo degli spazi verdi per dar vita a nuovi centri industriali, ridurre le emissioni di gas serra e fornire alle popolazioni locali servizi sanitari ed economici magari incrementando anche la percentuale di nuovi posti di lavoro.
Il progetto cercherà di dare vita a nuove soluzioni che sfruttino le potenzialità delle fonti energetiche rinnovabili all’interno di “12 siti”:https://www.epa.gov/renewableenergyland/ di varie dimensioni che sono stati individuati in California, Florida, Kansas, Massachusetts, Michigan, Minnesota, Pennsylvania, Puerto Rico, Rhode Island, West Virginia e Wisconsin. Le zone sono state selezionate a seguito di specifici sopralluoghi necessari per il posizionamento degli impianti più adatti alle caratteristiche del territorio e alle condizioni climatiche, in modo da ottenere un margine soddisfacente di guadagno a seguito di un investimento ragionevole e una produzione energetica commisurata al fabbisogno delle popolazioni residenti.

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