Entro la fine della settimana potrebbe arrivare la decisione del Governo che stabilirà se il gruppo guidato da Flavio Cattaneo possa o meno investire 1,5 miliardi per la realizzazione sistemi di accumulo e stoccaggio dell'elettricità
(Rinnovabili.it) – Sembrava essere ad un passo dalla risoluzione e invece bisognerà attendere il pronunciamento del Governo per sapere chi nella diatriba Terna-Enel “avrà la meglio”. La querelle tra il gestore di rete e l’ex monopolista elettrico si può riassumere in una semplice domanda: le stazioni di pompaggio, ovvero le centrali idroelettriche realizzate per immagazzinare energia da utilizzare nelle ore di punta, devono essere considerate esclusivamente impianti di produzione energetica o possono essere parte dell’infrastruttura elettrica nazionale? In altre parole può Terna realizzare tali sistemi per garantire l’equilibrio della rete di fronte alla produzione rinnovabile?
La questione origina dai pareri delle commissioni di Camera e Senato rilasciati sullo schema di decreto legislativo che attua le direttive europee 2009/72/CE, 2009/73/CE e 2008/92/CE costituenti il cosiddetto *“Terzo Pacchetto Energia”*, un insieme di misure contenenti disposizioni che vanno a modificare l’attuale assetto normativo relativo al mercato interno europeo dell’energia.
Contestualmente “il parere inviato dall’Autorità per l’Energia elettrica e il gas”:https://www.autorita.energia.it/it/docs/pareri/013-11pas.htm (Aeeg) al Ministero dello Sviluppo Economico non è parso risolutivo. L’Authority ha, infatti, asserito che il gruppo guidato da Flavio Cattaneo non può procedere _direttamente_ alla realizzazione di impianti produttivi, ma può attuare un piano per lo sviluppo della sicurezza del sistema, anche alla luce della crescita delle rinnovabili, individuando e segnalando le esigenze di accumulo elettrico e di pompaggio che dovranno quindi essere messe a gara per essere gestite da terzi. Nella sua replica Terna ha fatto sapere di condividere “che la mera gestione energetica dei pompaggi possa essere effettuata da soggetti terzi, e […]che la pianificazione degli stessi sia da sottoporre al Mise, come tra l’altro oggi avviene con il Piano di sviluppo della rete”.
“Restiamo, invece, fermi sulla nostra libertà d’intrapresa per la realizzazione degli stessi, come stabilito dalla legge italiana. Pompaggi e batterie non sono impianti di produzione ma sistemi di accumulo, cioè servizi di rete, i quali sono previsti nella Concessione della società fin dalla sua prima stesura per la sicurezza l’economicità e la stabilizzazione del servizio elettrico”.