Rinnovabili

Seminario ENVE, Cappellacci presenta progetto Sardegna CO2.0

“Vogliamo rendere la Sardegna regione modello nel campo delle
energie rinnovabili e delle emissioni zero.” Così il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, ha introdotto l’illustrazione del progetto Sardegna CO2.0 al seminario ‘Modelli locali e regionali per l’Energia sostenibile nel loro contesto socioeconomico’.
“La nostra Isola – ha aggiunto il presidente-, con le sue caratteristiche morfologiche e climatiche e con le sue eccellenze in ambito di risorse umane, vuole recitare un ruolo da protagonista in materia di energie rinnovabili e nel perseguimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale. Abbiamo pensato di utilizzare le opportunità offerte dal Piano 20-20-20, unitamente alle potenzialità del territorio alla sua vocazione naturalistica, al capitale umano per orientare il passaggio da un modello di sviluppo economico basato sull’industria di base a un modello integrato con le tematiche della green economy.
L’obiettivo è strategico e implementare un’insieme coordinato di azioni nel settore energetico che conduca a un bilancio di emissioni nullo”.

Il progetto Sardegna CO2.0 è stato illustrato nei dettagli da Alfonso Damiano, docente della facoltà di ingegneria dell’Università di Cagliari.

“Il nome del progetto ha lo scopo di evidenziare l’obiettivo sottintendendo l’uso di tecnologie nelle quali la Sardegna è già leader nazionale e internazionale, e il desiderio di anticipare l’avvio di processi di trasformazione delle reti energetiche. Le azioni previste tendono a coinvolgere tutti i comparti produttivi e intere comunità locali”. In questa direzione si è giunti a definire il progetto di avvio denominato Comuni in classe A che individua il numero limitato di comunità “pioniere” rappresentative del contesto socioeconomico e di progetti dimostrativi volti al raggiungimento di un bilancio di emissioni di CO2 pari a zero. Gli effetti attesi sono di tipo economico, energetico e sociologico.

È stato previsto lo sviluppo di un processo che, attraverso le comunità “pioniere”, consenta l’affiancamento operativo e giunga alla definizione di un piano energetico locale che permetta di individuare azioni idonee allo sviluppo di Parternariati Pubblico
Privati.

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