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Scuola: Parma è nella “top ten” di Legambiente per sicurezza e qualità

Sono 42mila in Italia gli edifici scolastici, perlopiù vecchi (nel 55,62% dei casi costruiti prima del 1974), che hanno bisogno di manutenzione straordinaria ed ordinaria, di messa a norma e di bonifiche. Lo rivela una ricerca effettuata da Legambiente, che stila una classifica fra province. Classifica nella quale Parma rientra fra le realtà più virtuose: se a Prato ci sono le scuole migliori dal punto di vista della sicurezza e della qualità dei servizi, Parma è settima dopo Biella, Terni, Lecce, Forlì, Livorno. E prima di Firenze, che quindi è ottava.
In Italia le scuole che presentano i maggiori rischi sul piano della sicurezza sono circa 15mila: oltre un terzo del totale. Il 38,14% degli edifici scolastici ha, infatti, «urgente necessità di manutenzione» e nel 11,83% degli istituti è certificata la presenza di amianto. Salgono al 62,82% le scuole che negli ultimi 5 anni hanno goduto di interventi di manutenzione (il 47,11 nel 2007). Questa la fotografia sullo stato di salute delle nostre scuole scattata dal rapporto di Legambiente «Ecosistema scuola 2009» (su edilizia e servizi scolastici), presentato oggi a Roma. Nel 2008 l’80,07% degli istituti ha ottenuto la certificazione igienico-sanitaria (61,75% nel 2005), il 70,33% l’agibilità statica (63,35% nel 2005). Ma non arrivano alla metà gli edifici dotati della certificazione di prevenzione antincendio (43,71%) e sono troppo pochi quelli con scale di sicurezza (56,72%), diffuse le porte antipanico (nel 91,55% degli istituti) insieme alle prove d’evacuazione (il 95,03% delle scuole le ha svolte). Moltissimi ancora i casi di scuole situate in prossimità di zone inquinate e a rischio (6,71% vicino antenne e emittenti, 6,39% a aree industriali, 4,03% a elettrodotti a alta tensione).
Anche in questo caso viene confermata una frattura dell’Italia fra gli istituti del Centro-Nord, maggiormente attenti, e del Sud, generalmente più arretrati. «Nel nostro Paese – dichiara il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza – non esiste ancora un monitoraggio» sulla sicurezza delle scuole italiane, per questo «non è più rinviabile il completamento dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica». Renderle sicure e metterle a norma, dice Vanessa Pallucchi, responsabile Legambiente Scuola e formazione, è «una delle grandi opere su cui investire, anche in chiave anti recessione» e di «riconversione energetica». In aumento le buone pratiche: tra cui la diffusione della raccolta differenziata (nel 94% delle scuole, con la carta in testa come materiale più differenziato al 93,58%, poi plastica al 62,93% e vetro 51,37%, organico al 43,91%) e mense biologiche (pasti parzialmente bio al 76,66%). Rimane alta la percentuale di scuole che non offre possibilità di fare sport per mancanza di strutture (33,42%), solo il 36,62% garantisce lo scuolabus, mentre il 78,97% possiede spazi verdi.
Dal dossier emerge che nel comune di Prato si trovano i migliori istituti scolastici per sicurezza degli immobili e qualità dei servizi (con 28 scuole dotate di impianti fotovoltaici e un ritorno dal conto energia di più di 300mila euro solo nel primo anno). Nella speciale classifica delle scuole migliori seguono Biella, Terni, Lecce, Forlì, Livorno, Parma e Firenze. Tra le grandi città, chiudono la classifica Messina, Treviso e Salerno.
Mentre la miglior amica del clima, con la scuola più ecosostenibile, è a Chioggia (Ve): l’Itis «Augusto Righi» vince il primo premio di «Kyoto anch’io-la scuola amica del clima» (il concorso di Legambiente e Edison rivolto agli studenti sul risparmio energetico e sulle fonti rinnovabili), per aver presentato il miglior progetto di riqualificazione ambientale. «E’ necessario passare dalle parole ai fatti – dichiara l’amministratore delegato di Edison Umberto Quadrino – intervenendo sull’educazione e sulle strutture» per recuperare «gli sprechi energetici e rilanciare l’efficienza». Crescono, infatti, le scuole sostenibili: il 51,48% sono illuminate a basso consumo, il 6,75% utilizza fonti rinnovabili, il 24,44% utilizza altre forme di risparmio energetico (come centraline di regolazione climatiche).

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