(Rinnovabili.it) – Aquamarine e Pelamis, i due progetti di sfruttamento dell’energia delle maree, hanno ottenuto dalla Crown Estate due contratti di locazione per lo sviluppo di progetti del valore complessivo di 50 MW di potenza istallata, che dovrebbero concretizzarsi nelle acque a largo delle coste scozzesi. L’annuncio ha però preoccupato da subito per la mancanza di un dispositivo di interconnessione in grado di trasportare sulla terraferma l’elettricità prodotta in eccesso. Aquamarine Power ha confermato oggi che si è assicurata contratti di locazione dalla Crown Estate per distribuire i suoi 30 MW di convertitori di energia delle onde al largo di Nord Ovest Lewis e un contratto di locazione separato da 10 MW per una superficie compresa tra Siadar e Fivepenny, conosciuta come il sito di Galson.
Di contro sia la Vattenfall che Pelamis hanno confermato un contratto di leasing per la realizzazione di un progetto da 10 MW di potenza istallata che punter a sfruttare il potenziale delle onde a sud-ovest delle Shetland mentre Aquamarine sta progettando di installare fino a 40 dispositivi di sfruttamento del dislivello delle maree lungo 2 chilometri di costa, per la produzione di un quantitativo energetico sufficiente ad alimentare 38mila abitazioni anche se, prima di procedere, le società avranno bisogno dei relativi permessi dell’Autorità delle Isole Shetland oltre che dall’autorità scozzese che si occupa dello sviluppo del mare.
Accogliendo con favore la notizia, il capo del Consiglio Angus Campbell ha detto che il progetto Aquamarine Power ha rafforzato la necessità di una interconnessione delle Western Isles.
Il collegamento consentirebbe infatti ai nuovi siti di esportare l’elettricità eccedente sulla terraferma ma proprio lo scorso anno la Shet, una controllata di Scottish and Southern Energy che detiene una quota del 45 per cento di Acquamarine, ha ostacolato l’inizio dei lavori per il posizionamento del cavo sostenendo che i costi elevati avrebbero dovuto essere sostenuti dagli sviluppatori.
Le previsioni attuali parlano però di un cavo di collegamento a partire dal 2018, con accanto l’assegnazione da parte del governo di una somma di 10 milioni di sterline per l’incentivazione del progetto che si dimostrerà più efficiente e produttivo nel corso di un periodo di prova della durata di due anni, produzione di energia elettrica che dovrà essere generata utilizzando esclusivamente la potenza delle onde e delle maree.
La notizia, ultima di una serie di annunci effettuati nel corso della conferenza sull’energia rinnovabile tenutasi ad Aberdeen questa settimana, rappresenta un altro passo in avanti per il nascente settore legato allo sfruttamento della potenza marina del Regno Unito, grazie al quale la Scozia sta lavorando per divenire leader nello sfruttamento della forza marina.