(Rinnovabili.it) – Ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e realizzare un mix energetico più sostenibile hanno acquistato un’alta priorità nell’agenda politica UE; l’importanza di raggiungere una produzione di biocombustibili su scala industriale è stato sottolineato dall’Europarlamento attraverso l’imposizione di una quota pari al 10% proveniente da fonti rinnovabili nel totale dei carburanti per strada, entro il 2020. La gestione delle risorse territoriali e la competizione con le colture alimentari rimane tuttavia una sfida ancora aperta sul fronte della produzione sostenibile dei biofuel, che detta ancor più preoccupazione alla luce delle attuali previsioni demografiche. Trai nuovi orizzonti della ricerca le alghe costituiscono una risposta ottimale, dalle potenzialità ancora da esplorare. In questo contesto prende vita BioMara, progetto scozzese da 6 milioni di euro, cofinanziato dal programma europeo “InterregIVA”:https://www.seupb.org/tabbed-prog-interreg4.htm. L’annuncio arriva dallo stesso ministro all’Energia scozzese Jim Mather, che in conferenza stampa ne ha chiarito le finalità: studiare la possibilità di utilizzare sia i “cianobatteri”:https://www.rinnovabili.it/i-cianobatteri-entrano-nella-generazione-di-biocarburanti-400890, gli organismi unicellulari denominati anche “alghe azzurre” nella produzione di etanolo che le alghe vere e proprie che possono essere raccolte per la loro biomassa. “Le alghe marine potrebbe essere parte della soluzione”, ha affermato il dottor Michele Stanley dello Scottish Association for Marine Science e cordinatore del progetto. “Crescono rapidamente, richiedono biossido di carbonio e possiedono strutture semplici che le rendono facilmente convertibili in combustibile”. Le alghe, inoltre, non sembrano influenzare le risorse di idriche potendo crescere anche nelle acque di scarico, sono biodegradabili, e hanno un effetto trascurabile se rilasciate nell’ambiente. Nonostante il notevole interesse suscitato dall’algocoltura, stentano a decollare validi e competitivi metodi di produzione su scala industriale a causa di costi operativi troppo elevati e ciò rende molto appetibili i possibili progressi raggiungibili con BioMara. Il progetto si concentrerà in modo particolare sulle possibilità di sviluppo a livello di comunità rurali e zone remote e prevede un’importante, e secondo Mather “pionieristica”, collaborazione transfrontaliera tra Scozia, Irlanda e Irlanda del Nord (co-finanziatrici insieme all’UE), oltre ovviamente a costituire un’importante acquisizione nel portafoglio nazionale delle rinnovabili.