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Scissione dell’acqua? Più facile del previsto grazie al manganese

Un team di ricercatori della Monash University ha scoperto un via semplice ed efficace per ottenere la dissociazione della molecola d'acqua in idrogeno, aprendo così le porte alla ricerca dei carburanti puliti.

(Rinnovabili.it) – Un team internazionale di scienziati, guidati da un gruppo di ricerca dela Monash University di Melbourne, hanno trovato la chiave di volta per eseguire la scissione dell’acqua. Obiettivo della ricerca, come spiega il Professor Leone Spiccia, è quello di trovare un modo economico ed efficace per scindere l’acqua, attraverso l’impiego delle radizioni solari, con lo scopo di produrre idrogeno come carburante, e mettere fine alla crisi energetica rinnovabile. “La parte più difficile nella trasformazione dell’acqua in carburante sta nella scissione dell’acqua in idrogeno e ossigeno, ma il team della Monash sembra avere scoperto il processo per lo sviluppo di una cella di dissociazione dell’acqua grazie all’impiego di un catalizzatore a base di manganese,” ha detto il Professor Leone Spiccia del Dipartimento di chimica dell’Università australiana. Nel corso delle sperimentazioni i ricercatori hanno scoperto che applicando una tensione elettrica ad una cella di acqua, in presenza di un catalizzatore a base di manganese intermedio fra i suoi due stadi di ossidazione, si produce la birnessite, un minerale riconoscibile in natura come una macchia nera sulle rocce. Con l’esposizione alle radiazioni solari tale minerale si trasforma in manganese al II stadio di ossidazione; grazie a tale processo di tipo ciclico avviene l’ossidazione dell’acqua con produzione di ossigeneo gassoso, protoni ed elettroni. I protoni e gli elettroni prodotti, nel secondo passaggio della reazione, si combinano tra loro per formare molecole di idrogeno. “Gli scienziati hanno fatto enormi sforzi per copiare i processi di catalizzazione utilizzati dalle piante, hanno invece trovato un modo per convertire il manganese in un materiale molto comune sulla Terra, un materiale sufficientemente robusto per sopravvivere ad usi difficili” ha dichiarato il Dottor Rosalie Hocking, ricercatrice presso il Centro Australiano per le Scienze degli Elettromateriali, nonché co-autrice del documento di ricerca, e ha poi aggiunto”La ricerca mette in luce l’intuizione ottenibile dal sincrotrone, apparecchio basato su tecniche spettroscopiche, la scoperta di materiali importanti che collegano la composizione delle rocce comuni ai catalizzatori utilizzati per ottenere l’ossidazione dell’acqua”.
Si spera che da questo lavoro sperimentale, condotto mediante l’utilizzo di apparecchiature all’avanguardia, e finanziato dall’US National Science Foundation e dall’US Department of Energy Monash University, possa portare allo sviluppo di dispositivi economici per produrre idrogeno a scopo energetico.