Rinnovabili

Schuco Italia, la qualità come antidoto alla crisi

Nella grande corsa alla trasformazione degli edifici efficienti e automatizzati in veri e propri sistemi energetici, la Schuco Italia, azienda nazionale del noto marchio tedesco, rappresenta uno dei poli più innovativi presenti oggi sul mercato. Abbiamo intervistato il suo Direttore generale, l’ing. Roberto Brovazzo, per capire le vere strategie di questa particolarissima azienda.

*Mauro Spagnolo: Direttore, la Schuco da quanti anni è presente in Italia?*
*Roberto Brovazzo:* Come marchio commercializzato da circa quarant’anni, come Azienda da quindici.

*MS: Da allora mi sembra che siano stati fatti molti passi in avanti sia dal punto di vista dello sviluppo del mercato che da quello della qualità dei prodotti; ma mi pare che i risultati più convincenti siano proprio quelli ottenuti sul fronte delle rinnovabili che vi hanno portato, in pochi anni, ad essere un vero operatore nel settore del solare. A questo proposito, di cosa avrebbe bisogno il fotovoltaico in Italia?*
*RB:* Innanzitutto di una legislazione che continui a promuovere, nel tempo, questa tecnologia con stabilità. Ciò che oggi spaventa maggiormente gli operatori è la mancanza di una continuità tale da consentire uno sviluppo della tecnologia che porti a delle economie di scala indispensabili alla sua diffusione. Come a suo tempo è avvenuto per i moduli poli o monocristallini, il fotovoltaico integrato ha bisogno di investimenti molto impegnativi per ottenere costi finali contenuti. Ecco perché quello che auspichiamo sono delle condizioni stabili nel tempo che garantiscano gli investimenti.

*MS: A quali prodotti allude, con precisione, quando parla di fotovoltaico integrato?*
*RB:* A tanti. Forse il più innovativo è quello a film sottile presente nella nostra nuovissima facciata continua montata nella sede di Padova. Attualmente il materiale semiconduttore viene spalmato sulla lastra di vetro e successivamente asportato in maniera parziale per formare piccole maglie geometriche opache e trasparenti che conferiscono alla facciata una straordinaria semitrasparenza. Entro pochi mesi quella stessa facciata potrà essere di qualsiasi colore, avere delle sfumature, essere serigrafata o riportare vere e proprie foto, con partizioni opache o trasparenti, magari alternate. Tutto ciò amplierà moltissimo le possibilità creative e progettuali. Ma per ottenere queste innovazioni sono richiesti investimenti notevoli, e qui torniamo al discorso di prima: condizioni di stabilità normativa a breve e medio termine. Noi stiamo investendo nella qualità, ma quanti saranno quelli interessati a questi prodotti? Ecco perché la legislazione può dare un forte aiuto ed impulso agli investimenti delle aziende e garantire condizioni costanti.

*MS: Allude forse alle condizioni del fotovoltaico a terra?*
*RB:* Esatto. In Italia sono stati fatti proclami che hanno attirato in massa investitori, ma le condizioni in poco tempo sono cambiate più volte. Ci sono state numerose marce indietro ed attualmente mi risulta che in molti stiano scappando a gambe levate dall’Italia.

*MS: Parliamo dei vostri prodotti e della qualità che li contraddistingue sul mercato italiano. Forse un problema molto sentito è quello della loro compatibilità, nell’ambito delle opere pubbliche, con i prezziari regionali. Come pensa che si possa risolvere quello che appare un ostacolo insuperabile?*
*RB:* Penso che l’unica strada sia partire dalla cima della piramide, cioè occuparsi di quella fetta di clienti che non si preoccupano tanto dei costi dichiarati, ma di quelli finali e quindi reali. Sto pensando al meccanismo purtroppo tipico dell’opera pubblica in cui ci si aggiudica la gara ad un ribasso notevole e poi, per far quadrare il cerchio, si va in variante con incrementi anche notevoli dei costi rispetto a quelli previsti. Noi dobbiamo trovare dei partner che condividano un approccio serio, che siano sensibili alla qualità e alla certezza dei costi. Sto pensando specialmente ai costruttori che spesso, in Italia, da una parte “strangolano” i fornitori riducendo la qualità dei prodotti, dall’altra hanno dei committenti più sensibili all’estetica che alle prestazioni. Oggi la grande crisi che sta attraversando il settore edilizio può essere un motivo di stimolo per quelle aziende che vogliono reinventarsi un modo per stare sul mercato rivolgendosi, lo ripeto, a quella fetta, al top della piramide, interessata alla qualità.

*MS: Mi spieghi meglio.*
*RB:* Penso a quelle Imprese che si propongano come General Contractor e che non offrono semplicemente il lavoro chiavi in mano, ma anche il progetto comprensivo del pool composto da professionisti specialistici, come quelli dell’involucro, quelli energetici ed i tanti altri che oggi hanno le competenze tecniche necessarie ad un iter progettuale complesso. L’esempio emblematico è la realizzazione della nostra nuova sede di Padova. In questo caso noi abbiamo avuto sia il ruolo di committenti che di consulenti offrendo all’impresa costruttrice, già molto sensibile alle tematiche a noi care, il coordinamento del pool di impiantisti, termotecnici, architetti e di tanti altri.

*MS: Lei ha dichiarato che per _“per vincere la battaglia delle rinnovabili è necessario un cambio di mentalità da parte dei cittadini e delle aziende”:_ Bisogna quindi sollecitare, a suo giudizio, una sorta di rivoluzione culturale nel campo energetico?*
*RB:* Direi di sì. C’è bisogno di fare formazione, aprire le menti e le coscienze per far capire che il problema del rispetto ambientale non è una questione delegata alla politica o alle amministrazioni, ma di tutti i cittadini. Bisogna essere informati e sensibilizzati perché tutto nasce dal modo di vivere di ogni singolo individuo.

*MS: Parliamo di finanziamenti. Come è noto, uno dei principali problemi per lo sviluppo delle rinnovabili è quello dell’accesso ai finanziamenti. Mi sembra che la vostra Azienda si è data una risposta molto concreta.*
*RB:* Abbiamo promosso diversi rapporti con Istituti bancari sempre nella logica di ampliare la catena dei partner. Questi rapporti solitamente riducono molto i tempi di approfondimento della pratica del finanziamento perché le banche già conoscono l’attendibilità tecnica dei nostri prodotti, la loro durata nel tempo, le condizioni certe di garanzia.

*MS: Ed il Conto Energia come influirà in futuro in queste valutazioni economiche? Ritiene che questa forma di finanziamento, anche se modificata, rimarrà il motore principale per lo sviluppo del settore?*
*RB:* Per qualche anno ancora credo che il settore avrà bisogno di sovvenzioni pubbliche. Ma non per molto perché finalmente si è messa in moto un’economia di scala. Le aziende hanno incrementato moltissimo le loro produzioni, i costi stanno scendendo in maniera rapida, creando le condizioni che ci porteranno alla famosa parità tra il costo del watt solare e quello del watt convenzionale. Per il fotovoltaico di prima generazione, mi riferisco a quello cristallino, si sono resi necessari grandi finanziamenti e molti anni per arrivare alla maturità del settore. Per quello di seconda generazione, penso al film sottile ma anche a tutte le tecnologie che sono all’orizzonte. I costi sono già contenuti e saranno necessari dei tempi e dei finanziamenti molto più misurati.

*MS: E veniamo agli scenari del mercato futuro. Quali sono i margini di crescita del comparto e quali i target che vi siete dati per fine anno?*
*RB:* Per quanto attiene al 2010 ci siamo dati l’obiettivo di crescere almeno del 30% nel comparto delle rinnovabili. Sappiamo però che il settore dell’edilizia sta attraversando una dura crisi ed è fondamentalmente bloccato dal problema di ottenere i finanziamenti. Questa situazione durerà almeno tutto il prossimo anno, ma siamo ottimisti perché riteniamo che le aziende che supereranno questo collo di bottiglia, e che avranno avuto la capacità di riqualificarsi sulla base delle nuove esigenze dettate dal mercato, potranno immaginare un futuro ben diverso basato su maggiori certezze e stimolato da un’inarrestabile corsa alla qualità dei prodotti.

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