Rinnovabili

Scaroni: il protocollo di Kyoto è come “un libro dei sogni”

Una “vera politica estera energetica comune” è l’unica via possibile per affrontare il problema dell’approvvigionamento di energia, in un’Europa sempre più dipendente da paesi come la Russia e l’Algeria. Questo è quanto ha ribadito durante la sua Lectio magistralis all’Alta scuola di economia e relazioni internazionali dell’Università cattolica di Milano, l’amministratore delegato di Eni Paolo Scaroni. “l’Unione europea – ha detto – ha concentrato i suoi sforzi nella definizione di dettaglio delle regole di funzionamento del mercato interno europeo, senza nemmeno prendere in considerazione gli aspetti di politica internazionale”. Secondo Scaroni infatti gli obiettivi fissati dal protocollo Kyoto, e quelli aggiuntivi dell’Unione europea “sono difficilissimi da raggiungere, è un pò come svuotare il mare con un secchiello”. Secondo l’amministratore delegato, anche se il famoso “20%-20%-20% by 2020” venisse raggiunto, “equivarrebbe a un ottavo di quello che la Cina aumenta ogni anno in termini di emissioni inquinanti: una riduzione insignificante. Credo che le perplessità americane su Kyoto derivino più da quello che da altre ragioni”. Inoltre, ha osservato ancora Scaroni, un accordo come quello di Kyoto “deve essere mondiale. Se il 70% non l’approva, anche gli altri riescono ad aggirarlo, per esempio delocalizzando le produzioni”. Un discorso a parte per il nucleare e le fonti rinnovabili: “Il solare sarà l’unica risposta ai problemi energetici in futuro”, ma a patto che si punti su piani a medio/lungo termine. “Eni ha investito 50 milioni in un progetto con il Mit per lo sviluppo di nuove tecnologie; quelle a base di silicio sono ormai datate e vanno superate”. Riguardo al nucleare, ha invece escluso che in Italia si possa ottenere una soluzione a breve.

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