Proprio quando la campagna mediatica per creare un clima favorevole al ritorno del nucleare in Italia era nel suo massimo, prima gli incidenti in Giappone e in Slovenia e poi soprattutto quelli in Francia (tre in una quindicina di giorni) hanno dato un duro colpo alla credibilità sulla presunta sicurezza del nucleare. Ed infatti il ministro Scajola, uno dei più impegnati nella campagna, ha cercato in tutti i modi di minimizzare. “Questi episodi sono tutti sotto il livello minimo di pericolosità. – ha ribattuto il ministro dello Sviluppo – Mi domando se questa enfatizzazione non sia eccessiva. Il piano nucleare del governo – sostiene dal suo punto di vista – significa grande attenzione alla sicurezza. Useremo centrali di nuova generazione, che sono ancora più efficienti – traendo quindi le sue conclusioni – La storia delle 340 centrali nucleari del mondo evidenzia come sia il sistema meno pericoloso”.
Intanto nella centrale di Tricastin sono un centinaio, gli addetti per cui è scattato l’allarme contaminazione. Fortunatamente i 91 di loro positivi alle analisi, sarebbero stati esposti a radioelementi 40 volte inferiori al limite annuale previsto, almeno a quello che dichiara la responsabile della comunicazione della centrale, Stephanie Biabaut. Comunque è partita ugualmente un’inchiesta interna per stabilire le cause di questo altro incidente, che ha aumentato i timori dell’opinione pubblica. Già dopo il primo incidente, il ministro dell’Ecologia, Jean-Louis Borloo, aveva annunciato una verifica di tutte le nappe freatiche situate nei pressi delle centrali nucleari francesi, nel timore che le acque possano aver subito una contaminazione.