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Sandia: sarà un fungo la nuova frontiera delle biomasse?

(Rinnovabili.it) – Il duro lavoro dei ricercatori di Sandia National Laboratories potrebbe portare a una soluzione alternativa e innovativa per quel che riguarda i biocarburanti: in effetti, il team in questione ha avviato da tempo un progetto volto a modificare un fungo endofita, la nuova fonte che dovrebbe essere in grado di produrre idrocarburi destinati ai trasporti. Il fungo su cui si punta con così tanta convinzione vive in alcune cellule vegetali ed è proprio da questa base che si partirà per ottenere una biomassa dal funzionamento migliore rispetto a quello dei normali carburanti sfruttati per la combustione dei motori. La compagnia statunitense, tra l’altro, si avvarrà della collaborazione di Gary Stroble, professore presso la Montana State University e grande esperto di queste tematiche. Quali attrattive presenta il fungo endofita? Anzitutto, non c’è alcun bisogno di processi industriali a costi intensivi, una delle tipiche caratteristiche dei biocarburanti; i funghi di Scandia sono invece stati creati dalla natura per crescere appositamente sulla cellulosa e cibarsi di essa. La speranza è quella di replicare la struttura molecolare degli idrocarburi prodotti attraverso la manipolazione genetica. Il primo step da porre in essere sarà quello di comprendere quale tipologie di composti chimici il fungo è realmente in grado di produrre da sé; non si conosce molto di questi elementi, ma comunque i ricercatori stanno approfondendo la distribuzione delle molecole, così da comprendere con esattezza quelle più utili ai fini della combustione futura del motore. Come ha spiegato Masood Hadi, biochimico dell’azienda: “Una nuova biomassa, sia che provenga da un fungo che da un’altra fonte, sarà sempre più utile dal punto di vista commerciale se approfondita in ogni suo aspetto”.

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