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Saglia: “Nei Balcani interessanti prospettive per l’idroelettrico”

Il sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico ha richiamato l’attenzione ieri, nel corso di un seminario, sull’importanza strategica della collaborazione tra Italia e Balcani nella produzione di energia idroelettrica, che garantirebbe all’Italia interessanti prospettive di investimenti per il futuro

(Rinnovabili.it) – L’interesse ad aprire nuovi canali di collaborazione anche sul fronte della produzione di energia da fonti pulite era stato oggetto di colloqui già la scorsa settimana, quando il sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico Stefano Saglia aveva incontrato a Belgrado il ministro serbo dell’energia e delle Miniere, Petar Skundric e il ministro dell’Energia e dello Sviluppo della Repubblica Serba di Bosnia-Erzegovina, Slobodan Puhalac. Un incontro che aveva rimarcato l’importanza del partenariato strategico fra Italia e Serbia in campo energetico e l’interesse dell’Italia a estendere la collaborazione con l’intera regione dei Balcani.
L’interesse a proseguire sulla strada della collaborazione in campo economico tra Italia e Balcani è stata ribadita anche ieri dal sottosegretario che, partecipando ieri a Brescia al seminario _Investire in Serbia_ presso l’Associazione Industriali Bresciana, ha sottolineato l’interesse dell’Italia per gli investimenti verdi in questa regione. “Nei Balcani si sono aperte interessanti prospettive nel settore idroelettrico perché possiede un potenziale non sfruttato ancora molto elevato – ha sottolineato ieri il sottosegretario con delega all’energia – In Italia – ha poi aggiunto Saglia – il settore idroelettrico è ormai maturo e non presenta il potenziale di crescita delle altre fonti rinnovabili. La cooperazione con Paesi UE ed extra UE, quindi, è strategica per raggiungere gli obiettivi europei per le fonti rinnovabili”. Saglia ha poi voluto ricordare le recenti sottoscrizioni di “accordi con i Paesi Balcanici che prevedono la possibilità, da parte italiana, di riconoscere incentivi all’energia elettrica prodotta da rinnovabili e importata in Italia. Non si tratta di una delocalizzazione ma di rendere la Serbia una piattaforma per lo sviluppo di grandi investimenti commerciali”.