Per il fisico italiano, in Italia la situazione è ancora molto indietro rispetto al resto dell’Europa. Auspicabile una collaborazione ‘in un sistema internazionalmente congiunto’. Il problema è che manca un piano energetico nazionale serio. ‘Si parla molto. Si parla troppo’
L’Italia è il fanalino di coda per l’energia solare. È quanto ha dichiarato in un’intervista il premio Nobel Carlo Rubbia, quale membro della Commissione dell’Assegnazione del Premio Internazionale “Energia Globale”. L’Italia dovrebbe invece puntare, almeno in ambito europeo, ad una collaborazione ‘in un sistema internazionalmente congiunto’. A far da esempio sono Spagna e Germania: ‘la prima ha le industrie, la seconda ha il sole. Il risultato sono 1.300 MW. In Italia invece si cerca ancora di capire se facciamo i 5 MW fuori dal sistema, pronti nel 2011. Negli Usa in un anno ne hanno costruiti già 65. In Algeria ne hanno un numero incredibile’, ha spiegato Rubbia. Il problema è che ‘non c’è ancora in Italia un piano energetico nazionale serio’. Secondo il premio Nobel ‘la situazione del solare nel nostro Paese, vede 30-50 progetti’, mentre America, Asia e Africa stanno rubando le idee migliori. ‘Il problema ora però non è più inventare: l’idea c’è e sono tutti pronti a utilizzarla. Archimede aveva ragione: lo abbiamo capito. Ma bisogna vedere quale ruolo avrà l’Italia rispetto a chi produrrà i materiali e gli strumenti per la messa in pratica’, ha concluso il fisico. (fonte Apcom)