Rinnovabili

Rozzo: Piano energetico e solarizzazione delle scuole, le ricette per Kyoto

Incontriamo il vulcanico assessore Pina Rozzo, persona di riferimento nell’Amministrazione Provinciale di Roma sulle tematiche della sostenibilità e in particolare sullo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili.

Mauro Spagnolo – *Assessore il nostro Paese sembra improvvisamente essersi accorto dell’importanza del risparmio energetico e dell’utilizzo delle energie da fonte rinnovabile come principale strumento di cui l’intera comunità mondiale può dotarsi nella lotta ai cambiamenti climatici. Come si sta attivando la Provincia di Roma a tali impellenti problematiche?*
*Pina Rozzo* – Il nostro Paese, nonostante sia dotato più di molti altri, di risorse come il sole e la geotermia, è molto indietro rispetto all’utilizzo di queste fonti e rispetto ad un uso intelligente ed efficiente dell’energia. Il risultato è che, anziché ridurre le nostre emissioni di gas serra, le stiamo consistentemente aumentando, andando incontro alle sanzioni previste dal mancato rispetto del protocollo di Kyoto. La Provincia di Roma ha predisposto un piano energetico che si pone l’obiettivo di rispettare come territorio il protocollo di Kyoto. Questo è un obiettivo reso particolarmente difficoltoso dal persistere di alcune politiche nazionali e in particolare nel nostro territorio dalla riconversione a carbone della Centrale di Civitavecchia, che fa uso del combustibile che produce le maggiori quantità di Co2. Intorno a questo tema assistiamo oramai da tempo ad una forte protesta che coinvolge cittadini, associazioni, e amministratori locali (molti sindaci del comprensorio) contro la riconversione della Centrale.
Non a caso la provincia di Roma insieme a quella di Viterbo, attraverso una seduta congiunta dei rispettivi Consigli provinciali, lo scorso 21 maggio, ha chiesto al Governo la riapertura della Conferenza dei Servizi per valutare l’impatto ambientale della Centrale e per sostenere uno studio di fattibilità alternativo al carbone. Come Vice Presidente e in qualità di Assessore alla Tutela Ambientale mi sento di ribadire ancora una volta il mio impegno in questo percorso che è insieme di carattere istituzionale e politico, perché credo che come amministratori dobbiamo essere capaci di dare risposte concrete ma soprattutto dobbiamo dare voce e forza a questa protesta perché bisogna ripensare, nell’interesse di tutti, ad un piano energetico che bandisca il carbone e riaffermi l’importanza di investire sulle energie pulite.

MS – *Parliamo di gestione dei rifiuti. Da come è organizzata la vostra Amministrazione, si deduce che una delle maggiori priorità sia costituita dalla raccolta dei dati dal territorio, rilevati tramite l’Osservatorio Provinciale dei Rifiuti e quello sulla Qualità ambientale. Sono strumenti che si sono rilevati effettivamente utili per predisporre interventi e pianificazioni a più lungo termine e quali sono i risultati che avete ottenuto con questa strategia?*
*PR* – Certamente gli Osservatori sono importanti e hanno contribuito alla costruzione di una fotografia molto precisa della realtà provinciale sia in termini qualitativi che quantitativi. In particolare l’Osservatorio Rifiuti possiede un valido comitato tecnico che ci permette un confronto su tematiche altrimenti molto difficili. Oltre a fornire informazione, gli Osservatori si sono inoltre mossi su attività di sperimentazione e di sensibilizzazione della cittadinanza e delle amministrazioni comunali sui temi di rispettiva competenza. Vale la pena ricordare il progetto di servizio civile “Ecovolontari” svolto da 40 giovani in 9 comuni della provincia, la pubblicazione di rapporti, la sperimentazione di tecniche per la riduzione dei rifiuti (per esempio, la diffusione della pratica del compostaggio domestico, presso le isole ecologiche, un corso sul riuso di abiti dismessi), la raccolta differenziata (per esempio il progetto “ecofeste”), un progetto per l’utilizzo di energia geotermica. L’informazione elaborata è destinata sia alla cittadinanza sia all’amministrazione provinciale come supporto tecnico/consultivo. La base conoscitiva è stata necessaria per perseguire la nostra reale priorità che è quella di favorire, il più possibile, la transizione al sistema di raccolta domiciliare (il famoso “porta a porta”) in più comuni. Il porta a porta è l’unico metodo che permette il raggiungimento degli obiettivi di legge per la Raccolta Differenziata (40% entro il 2007, 50% entro il 2008 ecc.). Reputo un successo il fatto che il bando provinciale sul “porta a porta” veda oggi avviare la raccolta domiciliare in una ventina di comuni della provincia, primo tra tutti il comune di Ciampino per il 28 novembre di quest’anno. Naturalmente molto resta da fare, per esempio nel settore della realizzazione di impianti di compostaggio di cui la nostra provincia ha un forte bisogno.

MS – *E veniamo al Piano Energetico Provinciale? Quali sono le direttive sulle quali la vostra Amministrazione si sta muovendo per razionalizzare i consumi, ridurre le emissioni di Co2 e rendere più efficiente l’intero sistema territoriale?*
*PR* – Da un’analisi della situazione abbiamo visto che nel bilancio delle emissioni i trasporti incidono per quasi il 50 per cento, un valore molto superiore alla media nazionale. Basti pensare che si spostano ogni giorno 500 mila persone, quasi quanto la popolazione dell’Umbria.
La Provincia si sta dotando di un piano della mobilità per ridurre sostanzialmente questo impatto. Inoltre il piano prevede tutta una serie di iniziative per favorire l’attuazione delle normative sull’efficienza energetica nell’edilizia. E prevediamo un forte sostegno allo sviluppo delle fonti rinnovabili con particolare attenzione sia al solare termico che fotovoltaico. La provincia sarà, poi, all’avanguardia per l’utilizzo della geotermia di bassa temperatura, del riscaldamento e per il raffreddamento delle case. Stiamo mettendo a punto con l’Università Roma Tre un piano per sfruttare questa risorsa presente con particolare abbondanza sul nostro territorio. Se la fase sperimentale che avvieremo presto darà i risultati attesi, la Provincia di Roma sarà all’avanguardia nel mondo per questo tipo di energia che consentirà di ridurre notevolmente i gas serra e gli altri inquinanti, con forte miglioramento della qualità dell’aria.

MS – *È noto che gran parte dell’inquinamento urbano deriva dagli impianti di riscaldamento domestico: in tema di verifica e controllo sugli impianti termici qual è stata, fino ad oggi, la vostra politica e con quali risultati?*
*PR* – L’Amministrazione provinciale di Roma ha iniziato l’attività di controllo sugli impianti termici per uso civile (considerata “strategica” dall’Ente, per gli importanti risvolti in termini di sicurezza, tutela ambientale e risparmio energetico) a decorrere dal mese di novembre 2005. Nella prima fase dei controlli ci si è limitati al controllo dei soli impianti per uso domestico (con potenza installata inferiore a 35 kW), mentre nella seconda fase, che ha avuto inizio dall’autunno dell’ anno 2006 e prosegue tutt’ora, il controllo è stato esteso a tutti gli impianti, indipendentemente dalla potenza installata, comprendendovi, quindi, anche le centrali termiche ad uso di più utenti. La prima fase è servita da test per verificare la corretta impostazione del lavoro da parte dell’Ufficio e della società aggiudicatrice dell’appalto del servizio. I risultati di queste due prime fasi sono stati finora incoraggianti, il numero di controlli effettuati nel tempo è di 300 nel 2005, 1500 nel 2006 e 8000 fino ad oggi ma la previsione per fine anno 2007 è di circa 10.000 controlli.
A regime, al termine dei prossimi 2 anni, il numero di controlli annui si dovrebbe attestare sui 15.000-20.000. Vi è da dire in proposito che il territorio della nostra provincia è fra i più estesi d’Italia e pure molto elevato è il numero di comuni, con popolazione fino a 40.000 abitanti, all’interno dei quali si esplica l’attività provinciale (in totale, si tratta di ben 111 comuni su 120 totali). Una stima plausibile del numero totale degli impianti termici sui quali vi è l’obbligo di effettuare i controlli provinciali, effettuata sui dati del censimento ISTAT 2001 (l’unica fonte ufficiale attendibile) parla di circa 250.000 impianti esistenti ad ottobre 2001, numero probabilmente oggi più elevato, data la tendenza a passare dal riscaldamento centralizzato a quello autonomo.
Si tratta, io credo, di risultati di tutto rispetto, se si considera che la Provincia di Milano (una delle prime ad avviare l’iniziativa di cui si parla) ha impiegato ben 6 anni per ottenere quello che il nostro Ente raggiungerà al massimo entro i prossimi 2 anni, con un impiego di risorse umane di molto inferiore.
Infine, vi è da dire che la Provincia si è fortemente impegnata nell’opera di diffusione delle notizie concernenti diritti ed obblighi degli utenti/consumatori in ordine alla conduzione degli impianti, anche con il concorso degli altri Enti locali territoriali ed inoltre nell’attività formativa sia dei verificatori provinciali sia degli installatori/artigiani di impianti termici, grazie ad un’apposita convenzione stipulata all’inizio dell’esperienza in argomento con le Associazioni di categoria degli Artigiani e dei Consumatori.

MS – *Un programma noto, portato avanti da tempo dall’Amministrazione provinciale, è quello della solarizzazione delle scuole. Come è nato e a quale punto si trova questo programma?*
*PR* – Il progetto è nato dal programma “Docup ob. 2” della Comunità Europea che, tramite la Regione Lazio, ha finanziato interventi di risparmio energetico negli edifici pubblici. Con la Regione Lazio le Province hanno ritenuto di investire negli impianti fotovoltaici su istituti scolastici di proprietà provinciale.
Nella Provincia di Roma sono stati individuati 24 istituti scolastici in 14 Comuni per una spesa di circa 3 milioni di euro.
Ad oggi gli impianti, per un totale di 310 kW di picco, sono stati tutti completamente realizzati ed integrati da schermi posti negli ingressi degli edifici per pubblicizzare l’energia e la potenza istantanea prodotta dagli impianti e la CO2 risparmiata.
Per la messa in esercizio siamo in attesa dell’allaccio ENEL con cui abbiamo già avviato le procedure di prassi.

MS – *Quale collaborazione riuscite ad istaurare con i comuni al fine di elaborare concrete politiche ambientali? Riscontrate nel rapporto con queste Amministrazioni una sensibilità alle tematiche della sostenibilità o ritenete il fronte dei Comuni un potenziale pericolo per l’attuazione di queste strategie?*
*PR* – I comuni della provincia non rappresentano una realtà omogenea, un “fronte unico” e vi sono realtà più o meno sensibili ai temi ambientali. Con questi comuni più sensibili abbiamo intrapreso un percorso condiviso che vede nella provincia non solo un partner finanziario ma anche un supporto tecnico e politico alle scelte più avanzate. Il caso della raccolta differenziata “porta a porta” è solo un esempio. I nostri funzionari, i nostri tecnici – ed io stessa – non trascurano comunque nessun comune perché ovunque si trovano spazi d’intervento e aperture che possono portare le tematiche ambientali in posizione prioritaria nell’agenda delle amministrazioni. E infine sottolineo che ho trovato spesso amministratori attenti e maturi, spesso molto più avanzati e sensibili ai temi ambientali di quanto si possa credere. Nessun pericolo quindi ma molte opportunità.

MS – *Infine Assessore, sembra che le politiche dei prossimi dieci anni siano vitali per il futuro ambientale del nostro Pianeta. Se lei potesse prevedere il futuro, come immagina, a livello di sostenibilità, il territorio provinciale tra un decennio?*
*PR* – Un territorio dove si vive meglio consumando meno energia. Dove gran parte dei cittadini che quotidianamente raggiungono Roma per lavoro possano farlo utilizzando la ferrovia e i mezzi pubblici urbani. Una Provincia fatta di tante città che vedano valorizzate le loro risorse artistiche, storiche e culturali, le bellezze ambientali territorio unico fra le montagne e il mare. Io vedo un territorio avviato con decisione sulla via della sostenibilità con l’ambizione di essere da esempio di come situazioni complesse possano essere risolte con coraggio politico, con l’intelligenza partecipativa dei suoi cittadini. Sogno un territorio e una popolazione che si risvegli da un torpore che per tanti anni l’ha vista rassegnata al degrado e piegata ad interessi particolari e, spesso, estranei alla sua storia.

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