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Roadmap 2050, seguendo la strada della sostenibilità

(Rinnovabili.it) – La Fondazione Europea per il Clima e l’Imperial College di Londra hanno presentato ieri a Madrid una guida pratica che racchiude una serie di principi volti alla riduzione delle emissioni dannose prodotte in Europa, aspirando ad una percentuale al ribasso che tocchi addirittura il 90%.
“Roadmap 2050”:https://www.roadmap2050.eu/, questo il nome del documento, fornisce oltre ai consigli pratici, delle analisi politiche, economiche e tecniche anche in materia di sicurezza energetica. “E’ una grande opportunità poter decidere come agire, definire come potremo generare la nostra elettricità in futuro”, ha dichiarato Jules Kortenhorst, CEO della Fondazione europea per il Clima.
Spingendo verso la decarbonizzazione il sistema energetico il mercato dovrà essere caratterizzato da una serie di investimenti, mirando alla riduzione dell’impiego di gas e petrolio, come riferito da Aart Thijs direttore esecutivo dell’impresa olandese di consulenza e certificazione energetica KEMA.
Secondo lo studio la riduzione efficace dell’anidride carbonica prodotta dall’Europa potrebbe avere *un costo stimato di 220 miliardi di euro,* per un valore procapite di 140 euro.
“Ridurre le emissioni dell’ 80% entro il 2050 è una grande sfida, ma se si analizzano i settori uno per uno, si può raggiungere”, ha riferito Kortenhorst. Tuttavia, secondo gli autori, le emissioni provenienti dall’agricoltura sono difficli da evitare mentre gli altri settori dovrebbero riuscire a ridurre le emissioni tra il 95 e il 100%.
Per raggiungere gli obiettivi contenuti nel rapporto il settore elettricità, quello dei trasporti e la costruzione stradale dovrebbero ridurre il proprio impatto del 95%, mentre i trasporti aerei e marittimi dovrebbero ribassarli del 50%, l’industria del 40%, procedendo ad una riduzione totale per ciò che concerne il comparto rifiuti passando ad un calo del 20% nell’agricoltura.
Accanto ad un calo della domanda di combustibili fossili la _roadmap_ offre tre diversi percorsi idonei al calo dell’impronta di carbonio europea per mezzo delle rinnovabili, dell’energia nucleare e del carbon capture and storage.
Altre vie praticabili racchiudono lo sfruttamento totalizzante delle fonti energetiche, in particolar modo nei riguardi del solare in quelle zone dove la risorsa è largamente presente come il Nord Africa, mentre i riferimenti per l’energia geotermica, il nucleare e lo sfruttamento dell’energia marina andando a sfruttare le potenzialità di Russia ed Islanda.
Il lavoro mira, quindi, ad aumentare la trasmissione di energia e delle tecniche di interconnessione tra i paesi europei, andando a sfruttare, anche stagionalmente oltre che geograficamente, le fonti maggiormente disponibili.
“Le politiche relative al cambiamento climatico legate alle energie rinnovabili possono essere un grande motore per lo sviluppo economico, per l’innovazione tecnologica, per l’assicurazione, il benessere, la leadership e la riduzione dei conflitti”, ha detto Bank visto che ormai è terminata “l’era del petrolio a buon mercato, sicuro e facile da raggiungere”.

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