La posizione del ministro berlusconiano dell'Ambiente è netta e non disposta a cedere, dato che a suo avviso, le modifiche da apportare al "pacchetto" sono molteplici.
Ha infatti dichiarato che chiederà ai partner europei di modificare in modo consistente le misure che la Commissione ha proposto sul risparmio energetico, sul taglio alle emissioni di biossido di carbonio e sulle energie rinnovabili.
“Deve aprirsi un negoziato vero, perché il pacchetto necessita di cambiamenti profondi – ha detto ai giornalisti la Prestigiacomo – Se la Commissione europea lo riterrà, creeremo un tavolo tecnico per verificare i costi… noi abbiamo molte richieste di modifiche”.
La rappresentante del governo Berlusconi ha anche rimesso in discussione la scadenza di dicembre come data per chiudere l’accordo sul pacchetto clima-energia.
La Francia, presidente di turno della Ue, tiene una posizione diplomatica e dichiara che, nonostante tutto, un accordo sia in qualche modo possibile. “Si ha l’impressione che sia complicato – ha fatto sapere una fonte della presidenza francese – ma, in realtà, si tratta di discutere tre o quattro punti di disaccordo”.
La posizione della Germania è molto netta. Sigmar Gabriel, ministro tedesco dell’Ambiente, ha espresso l’opinione che la crisi finanziaria non va usata come una scusa per rallentare il processo decisionale della commissione.
Il ministro Prestigiacomo si trova in accordo con i suoi colleghi della Polonia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Estonia, Lettonia e Lituania. Qualcuno ha commentato che Berlusconi ha ricompattato il vecchio “Patto di Varsavia”.