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Ritmi discordanti per le tre “anime” del solare

Nel fotovoltaico il volume di affari è cresciuto del 162% in un anno ma l’attuale momento d’incertezza fa tremare il settore. Ancora da valutare gli effetti del Decreto Salva Alcoa sul comparto

E’ stato presentato oggi il Solar Energy Report 2010, la relazione dell’Energy & Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano che torna per il terzo anno a fornire un quadro dei trend tecnologici più rilevanti, delle evoluzioni attese del mercato del solare, delle dinamiche competitive e delle strategie dei principali player. E gli oltre 800 operatori attivi sul mercato italiano censiti e le centinaia di interviste effettuate a manager ed esperti del settore mostrano un sistema industriale a velocità differenti: crescita impetuosa per il fotovoltaico, prestazioni più spente per il termico e un ruolo marginale per il termodinamico. Il contesto è quello disegnato dagli ultimi eventi normativi, in particolare da effetti del Decreto attuativo della direttiva 2009/28/CE approvato dal Consiglio dei Ministri il 3 Marzo 2011.

Stando alla pubblicazione, “nel corso del 2010 in Italia sono stati installati impianti *fotovoltaici* per 2.100 MW (+192% rispetto al 2009), ma si potrebbe addirittura arrivare – se tutti gli impianti che hanno beneficiato del Decreto “Salva Alcoa” venissero effettivamente allacciati – ad oltre 6 GW di nuova potenza fotovoltaica (+740% delle installazioni annue rispetto al 2009)”. Ma anche senza considerare quest’ultimi l’Italia rimarrebbe sul podio mondiale, seconda dietro la Germania per potenza istallata nell’anno passato. Una vera esplosione che si è registrata anche nel volume d’affari generato: 7,6 miliardi di euro considerando gli impianti effettivamente allacciati entro il 31 Dicembre 2010 e 21,5 miliardi contando quelli del “Salva Alcoa”. A conti fatti si tratterebbe di una crescita compresa tra il 162% a oltre il 700% rispetto al 2009. E il bilancio non poteva che essere positivo anche per le imprese italiane, con un “peso”che ha raggiunto e superato quota 42% dei margini generati. Ma gli autori avvertono: “Il ‘coraggio’ dimostrato nel corso del 2010 deve essere confermato ed anzi rafforzato nel 2011, se si vuole giocare un ruolo di rilievo sul piano internazionale: è questa la sfida a cui sono chiamate le nostre imprese”.

Meno dinamica l’ “anima” del *solare termico*, che rispetto al 2009 ha registrato una crescita del solo 2% con un totale di oltre 4000mila m2 di collettori e per un volume d’affari complessivo di quasi 500 milioni di euro, mentre quasi immobile risulta essere il *termodinamico*. “L’impasse della normativa di riferimento, l’assenza di fondi per la ricerca e l’assenza di progetti di una qualche significatività all’orizzonte ha fatto sì che si prendesse coscienza nel 2010 che il peso del mercato italiano è comunque destinato a rimanere estremamente marginale”.