Settori in cui investire, progetti da valorizzare e know how da condividere. L'approccio suggerito dall'Osservatorio Internazionale sulle Rinnovabili per il futuro delle eco-energie italiane si basa sui finanziamenti, la conoscenza e il settore R&S
Sin dalla sua nascita *l’Osservatorio Internazionale sull’Industrie e la Finanza delle Rinnovabili* (OIR) si è distinto per la capacità di cogliere e analizzare i trend di settore sia a livello nazionale che globale, tenendo conto dei cambiamenti normativi e delle tendenze del mercato. Anche quest’anno quindi, nel rapporto stilato in collaborazione con Unicredit, l’Osservatorio ha messo in luce prospettive e criticità del comparto legato allo sviluppo di energia da fonte alternativa concentrandosi, nella prima parte, sull’analisi costi-benefici che legano i costi di generazione da fonte rinnovabile a quelli che derivano dalle fonti tradizionali.
Il secondo trend analizzato riguarda invece il rapporto tra efficienza energetica e rinnovabili in un’ottica di razionalizzazione ed ottimizzazione del consumo delle risorse dei territori; nello specifico il documento si concentra sulle Smart City,coinvolgendo ICT, pianificazione urbanistica e trasporti e soffermandosi soprattutto sugli Eco-distretti come volano di crescita e di sviluppo in grado di dare largo impiego all’utilizzo di energie rinnovabili e a dispositivi per l’efficientamento energetico. Affrontando nel dettaglio il ruolo che gli Eco-distretti è stato descritto il ruolo che questi giocano nella diffusione del consumo di energia pulita, nella valorizzazione delle imprese italiane che producono dispositivi energetici green e del sistema finanziario adatto a promuovere la diffusione di tali interventi. Ma per far tutto questo, conclude il rapporto *_”Rinnovabili ed Efficienza Energetica. Proposte per un rilancio del nuovo settore globale”*_, bisognerà andare oltre le logiche del PEN (Piano Energetico Nazionale) consolidando una prospettiva che sappia dare maggiore forza ai temi legati alla generazione energetica, al trasporto dell’elettricità e del calore, allo stoccaggio e al consumo efficiente nella prospettiva di raggiungimento degli obiettivi 20-20-20.
Nella prima parte dello studio presentato oggi nelle sedi Unicredit, dedicata al rapporto costi benefici ed elaborato grazie ai dati forniti da Agici, è stato riscontrato un risparmio *potenziale di 50 miliardi di euro* da calcolare nel decennio 2011-2010 legato alla mancata importazione di petrolio, alla riduzione delle emissioni inquinanti e allo sviluppo di nuovi posti di lavoro grazie all’espansione delle FER (Fonti Energetiche Rinnovabili). Per quanto concerne la parte del documento dedicata gli *Eco-quartieri* invece è stata analizzata la diffusione di questi trend
abitativi, che stanno dando vita a sempre nuovi esempi di Smart City. Piccole realtà autonome i quartieri green, che nonostante siano localizzate all’interno di un più ampio tessuto urbano risultano da essere slegate in quanto a gestione delle risorse energetiche. Un altro aspetto vantaggioso la razionalizzazione dei consumi e l’abbattimento delle emissioni derivanti dalle attività quotidiane, dal trasporto dell’energia fino alla gestione delle attività della vita domestica che hanno bisogno di essere collegate ad una rete intelligente di gestione dei consumi in grado di monitorare i flussi energetici ottimizzando così sia la produzione che la distribuzione anche del calore e del freddo negli edifici. Per essere ancora più efficienti case ed uffici avranno bisogno di micro-grid e di un sistema di gestione completamente differente da quello che regola il flusso energetico nelle città tradizionali, che eviterà gli sprechi e ridurrà notevolmente la produzione di inquinanti. Uno sviluppo, quello degli Eco-quartieri, che sta coinvolgendo le filiere delle rinnovabili dando spazio ad esempio alle biomasse per cui sarà necessario un ulteriore sviluppo della cogenerazione della trigenerazione puntando di investire nella R&S soprattutto per la produzione di nuovi macchinari sempre più efficienti e di piccola taglia che valorizzino il potenziale della biomassa. Innovazione tecnologica anche a carico degli impianti di riscaldamento e delle centrali idroelettriche affinchè le strutture esistenti divengano sempre più innovative e produttive. Per eolico e solare le prospettive sono le stesse: nuove tecnologie che riducano dimensioni e aumentino le prestazioni sono quello che ci si aspetta dal mercato, con design che ottimizzino sempre più l’integrazione architettonica minimizzandone l’impatto visivo.
In un settore dove lo sviluppo è spesso frenato da iter burocratici troppo lunghi e complessi e da contesti che mal supportano lo sviluppo di impianti di piccola e media taglia che hanno una difficile bancabilità l’Europa ha saputo gestire il processo attraverso lo stanziamento di diversi fondi a favore dello sviluppo dei progetti energetici green anche attraverso la BEI, la Banca Europea degli Investimenti e la Banca europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (EBRD) con risultati che però ancora appaiono lontani dal raggiungimento degli obiettivi fissati al 2020.
Alla luce dei dati l’Osservatorio ha però evidenziato *10 priorità* per il rilancio e lo sviluppo in Italia delle rinnovabili e dell’efficienza energetica concernenti soprattutto la sicurezza degli approvvigionamenti, la riduzione della dipendenza dall’estero, l’ottimizzazione dei costi, la minimizzazione dell’impatto ambientale e lo sviluppo dell’industria italiana puntando all’efficienza energetica, alla definizione di un mix produttivo ottimale, alla formulazione di politiche di sostegno equilibrate, il rafforzamento del comparto R&S e la promozione delle realtà virtuose, realtà che hanno portato a proporre nuovi meccanismi di diffusione dello sviluppo ella generazione energetica da fonte alternativa che dovrà camminare di pari passo alla produzione tradizionale, almeno per il momento.