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Rinnovabili: la crisi minaccia d’affondare i “serpentoni” marini

Il progetto portoghese d’Aguçadoura, per sfruttare l’energia del moto ondoso, rischia un futuro incerto a causa della mancanza di finanziamenti

Aguçadoura, il primo progetto commerciale di energia dalle onde della britannica Pelamis Wave Power, in joint-venture con Babcock & Brown ed Energias de Portugal, sembra essere sull’orlo del collasso. La società aveva installato con successo tre P1-A Pelamis da 750 kW ognuna a largo della costa settentrionale del Portogallo, nel mese di settembre e a metà novembre, tutti e tre i generatori erano stati rimossi dall’acqua a causa di perdite nei serbatoi galleggianti. A ciò erano seguiti ulteriori problemi tecnici ma a rendere ancor più incerto il futuro dei famosi serpentoni marini è stato recentemente la perdita del sostegno finanziario da parte di Babcock & Brown, uno dei maggiori investitori nel progetto, che ora secondo i portavoce rimane “in uno stato di limbo”. La società è comunque convinta che i problemi tecnici siano facilmente risolvibili e non appena si saranno trovati altri investitori i serpenti saranno pronti a tornare a galla. Nonostante la battuta d’arresto la tecnologia Pelamis continua a destare interesse dal momento che lo scorso mese la compagnia energetica E. ON ha firmato per un ordine con la società di Edimburgo per la prossima generazione di convertitori, conosciuti come P-2. I dispositivi di 180 metri di lunghezza (50 in più rispetto ai precedenti P-1) saranno installati presso l’European Marine Energy Centre delle Isole Orcadi, in Scozia, per essere pienamente operativi entro il 2010.