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Rinnovabili: la Corte dichiara incostituzionale la legge calabrese

La Corte Costituzionale si pronuncia sulla normativa regionale della Calabria con cui si dispongono le misure in materia di energia elettrica da fonti alternative

(Rinnovabili.it) – Incostituzionali ed illegittimi: questa la sentenza della Corte Costituzionale in merito ad alcuni articoli di due normative della Calabria, e più precisamente la “legge regionale n. 42 del 29 dicembre 2008”:https://www.consiglioregionale.calabria.it/hp2/scheda_informativa.asp?Codice=122 recante “Misure in materia di energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili” e la n. 38 del 11/11/2008 su “Proroga del termine di cui al comma 3, art. 53, Legge regionale n. 15 del 13 giugno 2008”.
Il Governo con delibera del Consiglio dei Ministri rispettivamente di febbraio e di gennaio 2009 aveva deciso di impugnarne gli articoli ritenuti difformi dalla normativa nazionale. Per la precisione, la Regione – spiega in una nota stampa oggi l’Anev – “aveva ipotizzato introducendo la sospensione dei procedimenti, la volontà di privilegiare iniziative che avessero ripercussioni economiche territoriali, innalzare la soglia della possibilità di autorizzare con semplice denuncia di inizio attività (DIA) a 500 kW l’eolico, nonché obbligare le aziende ad avere sede nel territorio, limiti nelle potenze autorizzabili per fonte rinnovabile nonché l’idea di autorizzare impianti eolici con almeno 1.800 ore equivalenti”.
La sentenza della Corte, per l’Associazione “chiarisce quanto l’Anev ripete da anni in merito alla necessità di avere una procedura autorizzativa semplificata, uguale per tutti, linee guida omogenee e evidenzia ancora una volta l’inadeguatezza di alcune amministrazioni regionali che ritengono di svolgere una funzione nell’interesse del territorio e finiscono per danneggiarlo. La regione Sardegna dovrebbe trarre una lezione dalle sentenze che sempre più evidenziano quanto l’Anev ripete da sempre e cioé che l’iniziativa imprenditoriale in Italia è libera e ogni limitazione posta è in contrasto con la costituzione”.