Sedici paesi sorpasseranno il loro traguardo mentre per Italia e Lussemburgo ancora incertezza. Ecco le stime contenute nel rapporto "Mapping Renewable Energy Pathways towards 2020" realizzato dall’Erec
Secondo il documento EREC, la quota verde nel settore elettrico dovrebbe aumentare dal 14,9% del 2005 al 34,3% nel 2020, con percentuali per fonte a favore soprattutto di eolico (14,1%) e idroelettrico (10,5%). A seguire biomassa 6,5%, il fotovoltaico 2,35%, il solare termodinamico 0,5%, l’energia geotermica 0,3% e l’energia oceanica 0,15%. Dati positivi che si moltiplicano addirittura nei piani delle imprese energetiche nazionali, secondo cui le rinnovabili potrebbero arrivare a coprire una quota addirittura maggiore: il *24,4%* del fabbisogno energetico totale europeo, con un valore del 42,3% nel solo settore dell’elettricità. *Oltre un quinto dei consumi di riscaldamento* dovrebbe provenire da fonti energetiche pulite con una quota green negli impianti di riscaldamento e di raffreddamento aumenta dal 10,2% del 2005 al 21,3% nel 2020. In questo contesto a dominare sarà la biomassa rappresentando il 17,2% dei consumi termici, seguita dall’energia solare termica (1,2%) e dalla geotermia (1,3%).
Ma non per tutti saranno rose e fiori al 2020. Accanto a esempi estremamente virtuosi come Austria, Danimarca, Francia, Germania, Grecia e altri 11 Paesi che prevedono addirittura di superare i loro obiettivi vincolanti per il 2020, per Lussemburgo e Italia si profila un futuro meno certo. Unici Stati a prevedere di ricorrere ai meccanismi di cooperazione per raggiungere i loro target, rispettivamente dell’11% e del 17%, si fermerebbero entrambi al di sotto del traguardo prefissato stando ai dati ricavati dai rispettivi PAN. Ma almeno per il BelPaese la possibilità arrivare al 19,1%, e quindi superare la meta, secondo EREC esisterebbe.