L’analisi presentata lo scorso venerdì a Bari dal Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, evidenziava in Italia circa cinque miliardi di euro di investimenti “bloccati da veti di tipo ideologico”. Una preoccupazione condivisa anche da Carlo Durante, amministratore delegato di Maestrale Green Energy (Gruppo Theolia) e consigliere dell’Associazione Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili (Aper) secondo cui “in questa enormità di occasioni perdute un posto di rilievo lo hanno purtroppo i progetti per le energie rinnovabili”. “Alle condizioni attuali – spiega Durante – riesce difficile pensare a una grande industria delle rinnovabili in Italia, verosimilmente destinata a crescere sparpagliata e confusa sul territorio e quindi non particolarmente soddisfacente a fini energetici, fatte salve alcune eccezioni”. Occorre quindi chiedersi secondo l’a.d. di Maestrale “come mai in Paesi come Germania e Spagna l’installato eolico e fotovoltaico è quasi dieci volte che in Italia e gli occupati nelle rinnovabili sono oramai più di quelli dell’auto motoristica, pur in presenza di tariffe che garantiscono rendimenti ben più bassi che da noi? E perché nel nostro Paese i tentativi di quotazione in borsa sono pochi e probabilmente non di gran successo?”
“Se ancora ci interessa – continua – occorre spingere la partita delle energie rinnovabili verso una visione radicalmente diversa”. E sarà proprio a Bari, giovedì prossimo, che Maestrale Green Energy, nell’ambito della Fiera del Levante, illustrerà una sua ipotesi progettuale in tre punti “per la radicale trasformazione di un settore oggi ingessato ed arroccato sul sistema delle incentivazioni, puntando invece su una vera concertazione territoriale e su un nuovo sistema autorizzativo in grado di far comprendere l’effettivo contributo di ciascun progetto al sistema energetico”.