Rinnovabili

Rinnovabili: Biomasse, Lunigiana e nuovi impianti

Si chiamano agrienergie la nuova frontiera per l’agricoltura della Lunigiana. Forte di un patrimonio boschivo enorme – circa 65 mila ettari con un indice di boscosità del 66% contro il 21% della zona di costa – e di caratteristiche ambietali uniche, la Lunigiana potrebbe, da qui a qualche anno, essere autonoma dal punto di vista energetico con notevoli effetti, positivi naturalmente, per voci come occupazione, ambiente, tutela e mantenimento dei boschi, e naturalmente economia. E l’agricoltura in questa nuova sfida che guarda al futuro giocherà un ruolo sicuramente fondamentale. Lo prevede una apposita legge nazionale che conferisce all’azienda agricola nuovi compiti, tra cui, appunto, la produzione-trasformazione di energia attraverso metodi come biomasse, ma anche fotovoltaico, geotermico ed eolico. Previsti impianti in formato mini (al massimo 1Mkw) che siano in grado di garantire l’apporto energetico (calore e elettricità) necessario al borgo, quartieri, o strutture come accade per esempio nella sede della Comunità Montana della Lunigiana a Fivizzano riscaldata da biomasse.
Flash sul futuro, che poi non è nemmeno troppo lontano, sono arrivati dal seminario promosso da Coldiretti Massa Carrara e Iripa Toscana, l’Istituto Regionale Interventi Promozionali in Agricoltura nell’ambito delle attività previste dal Progetto Equal La Costa della Conoscenza, che si è tenuto venerdì 28 marzo, al Castello di Terrarossa, nel Comune di Licciana Nardi (Ms). Grande la partecipazione a dimostrazione che l’argomento è molto sentito soprattutto in Lunigiana.
Il punto di partenza è chiaro e condiviso da tutti, Regione Toscana compresa come dimostra lo stesso Piano di Sviluppo Rurale: il legno in Lunigiana non manca (si stima che sia sfruttato solo il 10% del potenziale legnoso offerto spontaneamente dai boschi lunigianesi per uso domestico) come non manca in Toscana. Non mancano nemmeno le aziende agricole (l’80% delle totali in Provincia di Massa Carrara si trovano proprio in Lunigiana). E nemmeno le risorse grazie al Piano di Sviluppo Rurale della Regione Toscana che ha stanziato, per la Lunigiana, oltre 7 milioni di euro da qui fino al 2010; molte delle misure contenute nel documento privilegiano infatti, il campo delle energie rinnovabili e gli investimenti (misura 121, 123 A e B, 311 a.3) di tutte quelle aziende agricole che ci scommetteranno. Ed è proprio su questi particolari punti, contributi e risorse, costi e agevolazioni, a cui il seminario ha mirato. “Le energie rinnovabili – ha detto Vincenzo Tongiani, Presidente Provinciale Coldiretti durante l’intervento di apertura dell’incontro a cui erano presenti il Sindaco di Licciana, Enzo Manenti, l’Assessore Provinciale, Raffaele Parrini e il Consigliere Regionale, Anna Annunziata – ed in particolare le biomasse sono un’opportunità da non lasciare scappare. Si profila una nuova agricoltura. Ora dobbiamo creare le condizioni per mettere in rete la filiera bosco-legno-energia attivando forme consortili tra imprenditori-agricoltori che siano in grado di farla funzionare. Per attivare la filiera c’è bisogno di chi taglia e raccoglie e di chi trasporta. Finalmente siano ad una fase molto avanti e stiamo lavorando, in accordo con gli enti locali, Provincia, Comunità Montana, e aziende agricole per creare ad hoc un protocollo d’intesa”.
A spingere verso la direzione “rinnovabili” è la preoccupante dipendenza energetica del nostro paese (l’84% dell’energia proviene da fuori) e l’incremento delle emissioni in atmosfera di gas serra che invece di diminuire, come imposto dal Protocollo di Kyoto, in Italia sono aumentate portando a circa il 20% – era al 6,5% nel 1990 – la riduzione da realizzare da oggi al 2012. In poche parole si sono emesse il 13% in più di gas serra.

Exit mobile version