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Rifkin: energia e global warming pesano sulla crisi finanziaria

Dopo la nuova bufera finanziaria sui mercati internazionali, Rifkin spiega in un’intervista sul quotidiano Repubblica che la situazione è molto più grave di quanto possa sembrare

Non è solo la crisi del credito a destare preoccupazione nell’economista e presidente della Green Crisis Foundation (GCF), Jeremy Rifkin. Dalle pagine di Repubblica arriva infatti il suo monito affinché i governi prestino attenzione ad altre due gravi crisi strettamente interconnesse con la prima: la situazione energetica mondiale e il global warming. “Ognuna alimenta l’altra, accelerandola”, spiega Rifkin nell’intervista a cura del quotidiano. “Adesso questi tre elefanti si muovono tutti in una piccola stanza. E non promettono nulla di buono”. Tre crisi mondiali in una, per le quali il famoso economista illustra lucidamente le interconnessioni e gli scenari a breve termine. Quando, l’11 luglio, il petrolio ha toccato i 147 dollari al barile “tutti i prezzi sono cresciuti perché il greggio serve per produrre quasi ogni merce. La capacità di acquisto scendeva, l’inflazione saliva e l’economia è entrata in stallo”. Una situazione che si aggrava ancora di più se si considerano anche gli effetti devastanti che il clima impazzito sta determinando in ogni parte del globo. La soluzione è da cercare, secondo Rifkin, nella famigerata “terza rivoluzione industriale” puntando sulle “energie rinnovabili, costruendo case ecologiche, auto elettriche” e l’unica risposta in grado di invertire la tendenza, innescando un circolo virtuoso.