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Riduzione aerosol e aumento temperature: un rapporto inversamente proporzionale

(Rinnovabili.it) – Nuovi scenari sulla relazione clima-inquinamento: la lotta all’emissione di inquinanti, riducendo l’intensità del raffreddamento esercitato dalle particelle di aerosol, comporterà al 2030 un riscaldamento di circa 1°C su scala globale. A questi risultati sarebbe giunto il progetto European Integrated project on Aerosol Cloud Climate and Air Quality Interactions (Eucaari), promosso dalla Comunità europea e presentato lo scorso 30 giugno a Helsinki, che ha visto coinvolti 48 istituzioni di ricerca di 24 Paesi, tra cui l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Isac-Cnr).

In pratica, gli aerosol atmosferici, altrimenti noti come polveri sottili, favoriscono il raffreddamento del clima terrestre grazie alla loro capacità di riflettere la radiazione solare; di fatto, però, essi camuffano il tasso reale del riscaldamento globale provocato dai gas serra. Per questo un loro abbattimento, sebbene consenta un miglioramento della qualità dell’aria con conseguenze positive sulla salute umana, avrebbe un effetto collaterale sulle temperature medie globali. Gli studiosi coinvolti nel progetto hanno rilevato dati in Europa, ma anche in Cina, Sud Africa, Brasile e India, effettuando misure sia da stazioni al suolo che da aereo e da satellite. La scoperta, dopo 3 anni di ricerche, è piuttosto preoccupante e la strada sembra essere senza uscita. Per Stefano Decesari, ricercatore dell’Isac-CNR, si dovrebbero “adottare nuove politiche per lo sviluppo e l’applicazione di tecnologie ambientali che permettano di bilanciare gli effetti benefici e negativi della riduzione delle emissioni con studi mirati per le varie regioni del globo”. Intanto, il prossimo step sembra essere l’implementazione del monitoraggio globale dei cambiamenti nella composizione dell’atmosfera e lo studio delle tipologie di particolato atmosferico che, come l’aerosol carbonioso, hanno maggiori impatti sulla salute.

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