(Rinnovabili.it) – Smog killer e scialacquatore. L’inquinamento atmosferico delle grandi città mette a rischio ogni giorno non solo migliaia di vite ma anche il borsellino delle amministrazioni Municipali. Lo rivela lo studio “Aphekomh”:https://www.aphekom.org/web/aphekom.org/home, progetto europeo di ricerca che per tre anni ha indagato le ricadute dello smog metropolitano su economia e salute *analizzando 25 città* – per un totale di 39 milioni di abitanti – in dodici Paesi dell’Unione. Aphekom è una continuazione del precedente progetto *Apheis* sulla valutazione dell’impatto sulla salute dell’inquinamento con nuove ricerche, maggiore interazione con gli stakeholders ed una più efficace comunicazione in materia di valutazione dell’impatto sulla salute per chi ne è interessato nell’ambito europeo ed è stato finanziato dal Programma della Commissione Europea sull’Azione della Comunità nel Campo della Salute Pubblica (2003-2008).
Dal luglio 2008 a marzo 2011 oltre 60 scienziati hanno monitorato le polveri sottili in relazione al numero di decessi legati all’inquinamento ai costi sanitari annessi rivelando dati impressionanti: contenendo gli attuali livelli di inquinanti atmosferici *si potrebbero risparmiare 31,5 miliardi di euro* e *salvare 19.000 vite l’anno*, aggiungendo quasi due anni di aspettativa alla vita locale. Ovviamente si tratta di valori medi per le dodici città finite sotto la lente d’ingrandimento dei ricercatori epidemiologici. Entrando nel dettaglio infatti si scopre che a Bucarest spetta la maglia nera per le polveri sottili che hanno raggiunto i 38,2 microgrammi per metro cubo (µg/m3), 28,2 punti oltre la soglia raccomandata dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)ma soprattutto anche dai limiti imposti da Bruxelles di 20 microgrammi al metro cubo. Seguono Budapest con 33,7 µg/m3 e Barcellona 27 µg/m3. Male anche *Roma* che con i suoi *21,4 µg/m3,* supera di netto Parigi e Londra rispettivamente con 16,4 e 13,1 µg/m3. A brillare per qualità dell’aria è invece Stoccolma, unica città di quelle analizzate ad essere sotto la soglia dell’OMS.