In occasione di un Convegno a Roma è stata stilata la "Position Paper" sui vantaggi che lo sviluppo potenziale delle aree rurali nazionali apporterebbe sugli obiettivi delle trattative post-Kyoto
(Rinnovabili.it) – La scorsa settimana un Convegno patrocinato dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ha avuto luogo a Roma per rivolgere la propria attenzione ai cambiamenti climatici legati, questa volta nel contesto “rurale”. “Agricoltura, foreste e cambiamenti climatici, il contributo del mondo rurale in vista della revisione del Protocollo a Copenaghen, per un ruolo centrale del settore agro-forestale nel post- Kyoto”, titolo della Conferenza, ha in effetti messo in evidenza come “l’aumento delle temperature medie, la riduzione delle risorse idriche disponibili, la maggior frequenza di eventi atmosferici estremi, potrebbero danneggiare le capacità produttive delle imprese agricole- andando ad influenzare negativamente – la vitalità delle aree rurali nel loro complesso”. Ha così esordito Giuseppe Nezzo, Capo Dipartimento delle Politiche competitive del mondo rurale e della qualità, ammettendo la chiara urgenza di un sostegno da parte delle aree rurali, necessario per “giocare un ruolo da protagonista e contribuire alla riduzione del carbonio e all’adattamento a nuove situazioni”, relative quindi alle trasformazioni climatiche. Come risultato dell’incontro sono state raggiunte alcune osservazioni, direttamente prese dalla consultazione di diversi partecipanti, in merito al sistema rurale nazionale. Queste sono state messe a confronto con le politiche internazionali sul clima e successivamente raccolte in un “Position Paper”. Con scadenza al 10 novembre 2009, sono ancora aperte possibilità di intervento ed eventuali consigli direttamente dagli aderenti pubblici e privati che, attraverso l’utilizzo del sito “reterurale”:https://www.reterurale.it, potranno contribuire nella compilazione finale delle disposizioni riconosciute e formali sulle emergenze del settore agricolo e forestale, per il vaglio conclusivo che si avrà a Copenaghen nella specifica delle trattative politiche di riduzione delle emissioni.
“Nel singolo caso italiano, il sistema rurale nazionale quindi – ha continuato a dire Nezzo – assume l’impegno di contribuire agli impegni di riduzione delle emissioni e allo stesso tempo ottenere il necessario riconoscimento dei contributi peculiari che può offrire alla lotta ai cambiamenti climatici, attraverso l’incremento della capacità di assorbimento del carbonio dei suoli e la diffusione delle biomasse agro-forestali e delle agro-energie”.