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Resine tossiche addio grazie all’Università di Amsterdam

(Rinnovabili.it) – Gli scienziati dell’Università di Amsterdam sono giunti alla conclusione di un importante studio che ha messo in luce dei risultati piuttosto interessanti dal punto di vista eco-ambientale: l’analisi ha riguardato lo sviluppo di un processo che consente di rendere completamente biodegradabili, atossiche e non nocive le resine termoindurenti. Le moderne resine sintetiche sono tuttora prodotte da fonti fossili e non possono essere bruciate senza severe precauzioni a causa del rilascio di sostanze tossiche. Il lavoro svolto dai ricercatori olandesi ha superato questo ostacolo producendo un innovativo range di bio-plastiche. La speranza che viene nutrita da più parti è che la soluzione venga sfruttata per i pannelli di fibra a media densità (MDF), in particolare nell’ambito dell’industria delle costruzioni, in modo, tra l’altro, da sostituire gli involucri in poliuterano e polistirene. I tipici prodotti plastici termoindurenti sono costituiti da reti tridimensionali di polimeri reticolati: un esempio su tutti, la bachelite che viene prodotta dalla reazione tra il fenolo e la formaldeide e che ancora oggi è la soluzione più gettonata soluzione per gli MDF. La ricerca olandese potrebbe a questo punto eliminare i molti inconvenienti delle moderne resine sintetiche, ad esempio il fatto che esse vengano realizzate mediante fonti fossili o la presenza contemporanea di sostanze tossiche. Il professor Gadi Rothenberg e il dottor Albert Alberts sono invece riusciti a creare una selezione di bio-plastiche a partire da materie prime vegetali che vanno dai materiali in schiuma dura fino a quelli più flessibili. Tra l’altro, non bisogna nemmeno dimenticare un indiscutibile vantaggio delle materie prime in questione, vale a dire la loro ampia disponibilità e accessibilità.

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