L’adeguamento dell’Italia al piano europeo di aumento della quota di fonti rinnovabili nella produzione di energia elettrica mette sicuramente in primo piano l’importanza dell’energia eolica, il cui sviluppo è incoraggiato dalla disponibilità della risorsa sul territorio e dalla presenza di un mercato ben avviato. Tuttavia ogni giorno arrivano notizie di ricorsi per impedire la costruzione di un nuovo parco eolico, di processi autorizzativi bloccati e politici locali contrari a qualsiasi intervento sul territorio. Le opinioni al riguardo possono essere, infatti, molto contrastanti. C’è che ritiene che la produzione di energia elettrica in maniera pulita, lo sfruttamento di una risorsa naturalmente disponibile e la possibilità di intervenire sul territorio in maniera assolutamente reversibile, siano l’aspetto più importante della questione, la vera ricchezza delle fonti rinnovabili grazie a cui guardare ottimisti verso il futuro. C’è invece chi, abbandonando ogni senso pratico di valutazione dei benefici e di contestualizzazione dell’intervento, si schiera a priori contro la realizzazione dei parchi, facendosi paladino dell’ambiente e accusando le torri eoliche di deturpare il territorio e la bellezza del paesaggio.
Viene naturale osservare che la poesia di un bel passaggio non riesce a vincere la tragedia delle sempre più numerose catastrofi naturali portate dai cambiamenti climatici o dell’aumento di malattie nell’uomo e negli animali, causate dall’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, e che in questo contesto vedere una torre eolica tra sé e l’orizzonte non è poi il peggiore dei mali.
Tuttavia la realizzazione di un parco eolico è pur sempre un intervento dell’uomo sul territorio, e in quanto tale deve esserne valutato l’impatto ambientale, per analizzare e discutere le scelte progettuali, scoprirne le criticità e proporre soluzioni alternative che permettano di ovviare a tali problematiche. Questo è un passaggio importantissimo, in quanto realizzare un parco eolico non significa posizionare su di una cartina topografica quante più macchine possono stare all’interno dell’area disponibile e pretendere che chi quel territorio lo deve vivere e tutelare accetti incondizionatamente poiché si tratta di una fonte rinnovabile.
Ogni intervento sull’ambiente ha dunque le sue regole, prima tra tutte l’analisi completa ed accurata del territorio in cui si vuole operare, per poter conoscere sia le risorse a disposizione, sia i vincoli presenti. Un importante parametro da tener presente è l’accessibilità del sito, in quanto non sempre le strade che arrivano nell’area di interesse possono poi permettere la movimentazione di mezzi pesanti, necessari durante la fase di costruzione dell’opera. A volte si tratta di aree collinari raggiungibili solo con stradelli non asfaltati, in questo caso bisogna tener presente che sarà necessario intervenire prima dell’inizio della fase di costruzione con interventi di allargamento della carreggiata e miglioramento del fondo stradale. Oppure possono essere presenti dei tornanti molto stretti, e questo rappresenta un forte vincolo per il trasporto delle pale, che essendo un pezzo unico, richiedono un raggio di curvatura adeguato alla loro lunghezza.
A seconda della taglia della macchina si possono avere lunghezze tra i 25 m e i 50 m, e dunque può accedere che per permettere il passaggio del mezzo si intervenga tagliando le curve o modificando il percorso della strada. Laddove queste modifiche non siano fattibili o non siano adeguate per la tutela del territorio, può essere proposto di portare le pale sul sito direttamente tramite elicotteri. Si tratta di una soluzione sicuramente a più basso impatto sulla viabilità esistente, ma di più alti costi, e dunque viene scelta molto di rado.
Un altro importante fattore limitante è la presenza di alberi, in quanto questi devono essere rimossi durante la fase di costruzione per poter permettere le operazioni di assemblaggio e montaggio. Solitamente viene richiesta un’adeguata piazzola alla base di ogni macchina, che vene ben pareggiata e liberata da ogni vegetazione. In siti con molti alberi, dove dunque la preparazione di tali piazzole può diventare onerosa in termini di rimozione degli alberi, non si può pensare di operare liberamente tagliando la vegetazione presente. Gli alberi sono una risorsa importante del territorio e come tale va rispettata e tutelata: in queste situazioni è indispensabile il coordinamento con il Corpo Forestale dello Stato, per poter capire se e come intervenire.
Nella progettazione di un parco eolico non bisogna tuttavia considerare solo i vincoli che esistono durante la fase di costruzione, ma anche quelli durante l’esercizio dell’opera. La coesistenza di turbine ed abitazioni è sicuramente il punto più caldo e delicato, in quanto non è solo l’aspetto visivo dell’aprire una finestra e vedersi una torre di 80 m dietro il giardino, ma sono soprattutto rumore ed ombreggiamento a dover essere considerati nell’assegnare un’adeguata distanza tra le abitazioni e la macchina.
Per quanto le tecnologie abbiano fatto passi importantissimi e soddisfacenti, non si può negare che all’operatività della turbina corrisponda un certo livello di emissione acustica, ovviamente dipendente dal modello di macchina stessa. Si tratta infatti di corpi in movimento, e poiché oggi si installano essenzialmente macchine tripala, è possibile parlare proprio di tre corpi in movimento ad intervalli periodici. Questo oltre ad immettere una certa variazione acustica, comporta anche un ombreggiamento ad intermittenza, che può essere particolarmente svantaggioso se la distanza e la posizione della casa rispetto all’orientamento della turbina sono tali da permettere il verificarsi di tale fenomeno. Mantenere una distanza di almeno 500 m tra la turbina e l’abitazione più vicina è sicuramente un primo livello d’attenzione per evitare tali disagi. La maggior parte delle linee guida regionali impone, infatti, una distanza minima di osservanza dalle abitazioni. Ogni situazione va poi valutata singolarmente, e tale distanza va adeguatamente aumentata qualora le valutazioni preliminari indicassero un superamento dei valori limite di emissione acustica o la possibilità di un elevato ombreggiamento. Sempre le linee guida regionali indicano le distanze di rispetto da mantenere da zone protette, a particolare pregio paesaggistico o vincolo naturalistico, e la non osservanza di tali parametri può comportare la mancata autorizzazione del progetto.
Gli strumenti per una buona progettazione sono dunque disponibili e devono essere applicati, nel rispetto del territorio, delle persone che vi abitano e delle bellezze da tutelare presenti nell’area di interesse. La conoscenza di tali strumenti è un punto imprescindibile, in quanto non sono il territorio e la popolazione a doversi adattare all’intervento che deve essere realizzato, ma è la progettazione stessa che si deve modellare a loro, ai vincoli e alle caratteristiche dell’area in cui il parco eolico dovrà inserirsi. E un corretto inserimento è possibile solo se vi è un’accettazione misurata e consapevole.