Rinnovabili

Reggio Emilia, convegno su zootecnia e biogas

“Biogas: il recupero e lo sfruttamento di una risorsa energetica da filiere agro-zootecniche esistenti”. Venerdì 10 giugno (ore 15) se ne parlerà nella Sala del Consiglio provinciale nel corso del secondo appuntamento pubblico sulle energie rinnovabili promosso dall’Assessorato all’Ambiente della Provincia di Reggio Emilia, dopo quello sul fotovoltaico e sugli effetti del Decreto Romani.

L’assessore provinciale all’ambiente Mirko Tutino spiega che “il territorio reggiano è ricco di allevamenti zootecnici e di aziende agricole i cui scarti possono essere utilizzati per produrre energia pulita. Reggio è da sempre all’avanguardia in questo settore, grazie alla presenza del Crpa. I liquami, ora considerati come un problema da gestire, possono diventare una risorsa da valorizzare: ne avrebbe beneficio sia il mondo dell’agricoltura sia l’ambiente”.

La Provincia di Reggio Emilia intende sondare ogni possibilità per la produzione energetica dalla filiera agro-zootecnica, allo scopo di arrivare a definire indirizzi strategici verso il Piano Energetico Provinciale: “Vogliamo contribuire all’obiettivo che ha posto la Regione di arrivare ad almeno il 20% di energia pulita entro il 2020 e per questo” precisa Tutino.

Oltre all’assessore Tutino, parteciperà all’evento pubblico anche Roberta Rivi, assessore all’Agricoltura della Provincia di Reggio Emilia. Vi saranno inoltre gli interventi di esperti in materia quali Walter Ganapini, membro onorario del Comitato scientifico dell’Agenzia europea per l’ambiente; Sergio Piccinini e Lorella Rossi del Centro ricerche produzioni animali (Crpa) di Reggio Emilia; Alessandro Ragazzoni del Dipartimento di economia ed ingegneria agrarie della facoltà di Agraria dell’Università di Bologna e Viller Boicelli, direttore del Consorzio Italiano Biogas e Gassificazione (Cib). Seguirà il dibattito finale.

Si affronteranno aspetti tecnici, economici e pratici associati al biogas, con particolare attenzione a quegli impianti che consentono la “chiusura” di filiere agro-zootecniche esistenti riducendo al minimo gli interventi invasivi sul territorio, oltre che favorire l’innovazione tecnologica e normativa, l’ottimizzazione della gestione del digestato e la regolamentazione dell’utilizzo della risorsa biogas come biometano.

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