(Rinnovabili.it) – Le Nazioni possono adottare misure coraggiose per rimettere l’economia in carreggiata e allo stesso tempo salvaguardare i pilastri ambientali della prosperità e della sicurezza globale? Con questa domanda si apre “Scorecards on best and worst policies for a green new deal”:https://assets.panda.org/downloads/scorecards_2009_11_02_online_version_final.pdf rapporto realizzato da Ecofys e Germanwatch per il WWF e E3G, organizzazione no profit indipendente che si interessa di accelerare i processi di transizione a livello globale nell’adattamento ad uno sviluppo proteso alla sostenibilità. Il documento in questione ha difatti analizzato un campione di circa 100 politiche climatiche intraprese dai Paesi appartenenti al G20, quegli Stati che in maggior misura hanno contribuito e continuano tuttora ad influenzare negativamente gli sfasamenti del clima Terrestre in seguito all’ingente emissione di gas serra.
Una sorta di classifica delle “pratiche ambientali”, in cui svetta su tutti la Germania grazie ai due progetti “Conto Energia per l’elettricità rinnovabile” e “Efficienza negli Edifici”. Il primo piano di lavoro vanta una quota fissa stabilita per circa un ventennio ai produttori di energia, mentre nel secondo caso i diversi programmi per la riduzione delle emissioni di CO2 hanno fatto si che il Governo tedesco potesse provvedere all’inserimento di nuovi posti di lavoro per il settore delle costruzioni e, sulla loro scia, dare seguito in altre realtà politiche internazionali ad ulteriori disegni strategico-ambientali di successo.
Ma ‘best practies’ sono anche quelle messe in campo dal Messico con lo sviluppo di “Metrobus”, sistema di autobus a trasporto rapido, o il Weatherization Assistance Program degli Usa, che fornisce assistenza alle famiglie a basso reddito nella riduzione dei consumi. Evidenziati i migliori casi di applicazione delle nuove normative ambientali nell’ambito commerciale delle più disparate realtà sociali e che hanno fatto emergere, ancora una volta, quanto attività di salvaguardia per l’ambiente, di risparmio energetico e di attuazione di piani per il taglio dei gas nocivi, siano fondamentali per stimolare e diversificare anche il settore dell’economia.
“Il rapporto mostra che i governi che sviluppano soluzioni “verdi” e a basso impatto ambientale saranno vincenti e avranno una posizione di leadership nel mondo – ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia – I governi che non investiranno in soluzioni a basso contenuto di carbonio invece perderanno e i sostenitori volteranno loro le spalle. Chiediamo al G20 di proporre una strategia per sostenere gli investimenti nell’economia verde. Non investire nelle soluzioni a basso contenuto di carbonio in questo momento significa non essere in grado di vedere il futuro”.
Tra le polòotiche sbagliate figurano invece le sovvenzioni a miniere locali che ancora molti Stati garantiscono, il trattamento preferenziale di aziende ad elevato consumo energetico concesso anche da Paesi come la Germania, l’Australia e l’Olanda, o la mancanza di una gestione idrica appropriata in particolare nelle regioni aride o semiaride.