Rinnovabili

Rapporto ENEA/2: La mappa regionale della CO2

L’ENEA nel suo Rapporto, ha prodotto alcune stime quantitative che mostrano quanto sia impegnativa l’accelerazione tecnologica necessaria per raggiungere gli obiettivi di riduzione della CO2 e dei consumi energetici indicati dalla Commissione Europea. Ed in tal senso il documento riporta anche una mappa regionale della CO2. Dall’indagine condotta dall’Ente risulta che negli anni dal 1990 al 2004, sei regioni italiane hanno contribuito in modo significativo all’aumento delle emissioni di diossido di carbonio, passate in quel lasso di tempo dai 400 milioni di tonnellate ai 450. Si tratta della Lombardia, al primo posto con 70 milioni di tonnellate nel 2004, seguita dalla Puglia, dal Veneto, dal Lazio, dall’Emilia Romagna e dalla Sicilia. A dimostrarsi più virtuose, con emissioni annue inferiori a dieci milioni di tonnellate: si tratta di Trentino Alto Adige, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Basilicata e Calabria. Secondo quanto riferisce il Rapporto, per riuscire a tagliare le emissioni di anidride carbonica, non si può quindi fare a meno di coinvolgere direttamente le Regioni in una specie di federalismo climatico. “La trasmissione di un obiettivo vincolante a livello regionale – scrive il Rapporto – implica la necessità di rivedere il ruolo relativo tra Stato e Regione”, soprattutto nella regolazione delle fonti rinnovabili, e la concessione alle Regioni di maggiore autonomia per raccogliere le risorse per il perseguimento dei risultati.

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