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Rapporto Comuni Rinnovabili 2011: l’Italia è green!

Legambiente ha presentato oggi la nuova edizione del “Rapporto Comuni Rinnovabili 2011”:https://risorse.legambiente.it/docs/Rapporto_Comuni_Rinnovabili_2011.0000002525.pdf, disegnando un’Italia in cui le fonti alternative sono sempre più coinvolte nella micro-generazione energetica. Il rapporto, redatto in collaborazione con il “Gestore dei Servizi Energetici”:https://www.gse.it/Pagine/default.aspx (GSE) e Sorgenia è stato presentato stamane alla presenza Sara Romano, direttore generale del ministero dello Sviluppo Economico, Emilio Cremona, presidente GSE, Nando Pasquali, amministratore delegato GSE, Gerardo Montanino, responsabile direzione operativa GSE, Vittorio Cogliati Dezza, presidente Legambiente, Riccardo Bani, direttore generale Sorgenia, Simone Togni, segretario generale ANEV ed Edoardo Zanchini, responsabile energia Legambiente raccontando il rapido sviluppo delle tecnologie pulite per lo sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili, che ormai riguarda quasi la totalità dei comuni sul territorio italiano.
Per la precisione sono ben *7.661 i municipi (6.993 nel 2010) che ospitano almeno un impianto per la produzione da fonte rinnovabile* con una grande maggioranza di comuni con almeno un impianto solare (7.273), con 1.033 che utilizzano biomasse e biogas, 946 con mini-idroelettrico a seguire 374 affidati all’eolico e 290 con sonde geotermiche impianti che nel complesso nell’arco del 2010 hanno coperto il 22% dei consumi elettrici complessivi con alcuni comuni che ad oggi risultano completamente liberi dalla schiavitù dei combustibili fossili ed energeticamente autosufficienti.
“Queste esperienze dimostrano come le fonti rinnovabili sono oggi tecnologie affidabili, su cui è possibile costruire un modello energetico più moderno, efficiente e pulito – ha commentato il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza –. Occorre sostenere questo scenario, dando certezze a imprese, cittadini, enti locali, per sviluppare innovazione e qualità nel territorio, e consentire in poco tempo di raddoppiare gli attuali 120 mila occupati nel settore. Chiediamo al governo un impegno preciso in questa direzione, a cominciare da una modifica al Decreto Romani che ha di fatto frenato e tolto ogni certezza agli investimenti, introducendo un tetto alla crescita delle rinnovabili e una revisione degli incentivi che complica gli interventi. Oggi, anche alla luce di quanto avvenuto a Fukushima, puntare sulle fonti pulite è l’unica prospettiva energetica percorribile per l’Italia, che ha tutto l’interesse a raggiungere i target previsti dall’UE al 2020 rendendo più moderno e pulito, sicuro e meno dipendente dall’estero il suo sistema energetico. I numeri presentati oggi dimostrano che l’alternativa al nucleare esiste e che la rivoluzione energetica è già iniziata”.

Grande spazio quindi, nell’89% dei Comuni italiani, al *solare fotovoltaico* che elegge _primo della classe_ il comune di San Bellino (Rovigo) con una media di 58,4 MW ogni 1000 abitanti premiando in questo modo la diffusione per numero di residenti.
Per il *solare termico* il primo posto è per Torre San Giorgio (Cuneo), con una media di 2.140 mq/1.000 abitanti, quota che lo inserisce a pieno a titolo nel gruppo dei 56 comuni italiani che hanno già superato l’obiettivo comunitario che prevede una media di 264 mq/1000 abitanti.
Sono 374 i comuni dell’ *eolico*, per una potenza istallata complessiva di 5.758 MW con un aumento di 610 MW rispetto all’anno passato e che nel 2010 hanno permesso la generazione di 8.374 GWh di energia pulita, utili al fabbisogno di oltre 3,5 milioni di famiglie.
A seguire l’importante traguardo raggiunto da 211 comuni che si dichiarano *autonomi dal punto di vista elettrico* con una produzione che va ben oltre le necessità del paese.
I comuni dell’ *idroelettrico* sono invece 946, dato ottenuto prendendo in considerazione gli impianti fino a 3 MW, per una potenza istallata di 988 MW in grado di produrre oltre 3.952 GWh all’anno, per i bisogni di circa 1,6 milioni di famiglie italiane; mentre per la *geotermia* si contano 290 impianti per un totale di 868 MW elettrici e 67,9 termici per una produzione di 5.031 GWh di elettricità destinata a 2 milioni di famiglie.
Sono invece 1.033 i comuni della *biomassa*, potenza istallata complessiva 1.088 MWe e 702 MWt suddivisi in impianti che utilizzano biomassa e che impiegano biogas.
Ultimi nell’elenco, ma non per importanza, i 20 comuni che risultano *100% rinnovabili* a dimostrazione che le alternative ai combustibili fossili esistono, funzionano e riescono a garantire elevati standard di qualità della vita. Accanto a questo primato vengono menzionati nel rapporto i *964 comuni in grado di produrre più energia elettrica di quanto ne consumino* utilizzando semplicemente una fonte rinnovabile mentre sono 27 i comuni che riescono a soddisfare e superare il proprio fabbisogno termico mediante il collegamento alla rete di teleriscaldamento di impianti geotermici o alimentati a biomassa.
Nell’ambito della presentazione del rapporto hanno vinto il premio 2011 Morgex (AO) e Brunico (BZ), due comuni dell’arco alpino che si sono distinti per la loro caratteristica realtà 100% rinnovabile.
Nello specifico il comune in provincia di Aosta ha un impianto a biomasse da 9 MW collegato ad una rete di teleriscaldamento di 10 chilometri di lunghezza che riesce ad arrivare a tutte le abitazioni comprese le scuole, poliambulatori e negozi. Accanto alla biomassa un impianto idroelettrico riesce a generare l’energia necessaria a 1700 famiglie del posto a cui si aggiunge il contributo dei 9 impianti fotovoltaici.
A Brunico la situazione è simile anche se le fonti maggiormente sfruttate rimangono nell’ambito del solare, sia fotovoltaico che termico, unitamente a quanto generato da un impianto a biomassa e uno a biogas. Accanto a questi esempi virtuosi sono state premiate altre realtà degne di nota: Peglio (PU) per il parco di mini eolico da 50 MW che riesce a produrre 162 MWh annui coprendo il 21% dei consumi energetici del paese, mentre alla provincia di Potenza va il premio per *miglior buona pratica del 2011* per la crescita nell’istallazione e nella progettazione di nuovi impianti e per l’avvenuta istallazione di 21.816 kW di fotovoltaico oltre ai 150 MW di eolico, ai 6 di idroelettrico e ai 691 kW di biogas.
“I Comuni rinnovabili italiani sono un esempio di successo e una chiave fondamentale per capire come dovrà funzionare un modello energetico costruito intorno alle fonti pulite e agli impianti più efficienti – ha sottolineato Edoardo Zanchini, responsabile energia di Legambiente –. Il dibattito politico italiano dovrebbe guardare a queste esperienze e a un Paese come la Germania, dove sono stati ottenuti in poco tempo risultati di crescita impressionante e si è costruito un nuovo sistema industriale con 350mila occupati, e dove il Governo ha recentemente definito l’obiettivo al 2050 di un contributo pari all’80% di fonti rinnovabili rispetto ai consumi elettrici. Altro che fonti inutili e marginali. Puntare su rinnovabili ed efficienza energetica è una sfida nell’interesse dell’Italia e dei suoi cittadini e può diventare una grande opportunità di competitività per un sistema industriale come il nostro che ha il suo cuore nelle piccole e medie imprese. La sfida ora è costruire una seconda fase dello sviluppo delle rinnovabili nel territorio, per raggiungere gli obiettivi europei di sviluppo al 2020 e poi continuare a progredire nell’innovazione energetica e in una progressiva uscita dalle fonti fossili”.