Da uno studio, _Salcheto Carbon Free_, di un’azienda vinicola di Montepulciano è emerso l’alto impatto in termini di CO2 di una bottiglia di vino in tutte le sue fasi produttive. Inoltre si evidenzia quali soluzioni intraprendere per ottenere la sostenibilità ambientale di una cantina.
(Rinnovabili.it) – Come la quasi totale maggioranza delle attività umane, anche la produzione enologica ha un forte impatto sull’ambiente in termini di anidride carbonica. Un’azienda senese, la Salcheto, ha finanziato un progetto volto a quantificare l’emissione di CO2 relativa alla produzione di una bottiglia di vino.
Lo studio, chiamato _Salcheto Carbon Free_, risulta essere il primo in Europa e si è basato sugli standard internazionali del “Carbon Footprint”:https://www.carbonfootprint.com/, ovvero la misura di impatto che le attività umane hanno sull’ambiente nella generazione di gas serra. Dai risultati è emerso che una bottiglia di vino grava sull’ozono 1,83 Kg di anidride carbonica.
L’analisi ha stimato tutti i passaggi e i conseguenti impatti, che portano una bottiglia di vino ad essere consumata sulle tavole. E’ stato valutato che il 38% di CO2 emessa dipenda dal confezionamento, dove la produzione e la lavorazione del vetro hanno un’alta influenza. Il 26% richiama alla fase di commercializzazione, tra cui il trasporto del prodotto. Un 27% proviene dalla coltivazione nelle campagne causato sia dall’uso di concimi e pesticidi e sia dal gasolio impiegato per alimentare i trattori. Il restante 9% deriva dai processi di fermentazione che si hanno in cantina.
La volontà dell’azienda è di abbattere l’impatto dell’anidride carbonica nella produzione del vino. Se per ogni bottiglia lo 0,38 Kg di CO2 viene assorbito dai vigneti, resterebbe intervenire sul restante 1,45 Kg. Il progetto _Salcheto Carbon Free_ intende utilizzare tecnologie e soluzioni già esistenti per raggiungere la sostenibilità in tutti i cicli produttivi.
Tra le operazioni in fase di realizzazione c’è l’utilizzo di energia geotermica per il raffreddamento delle cantine, il ricavo di acqua calda grazie alle bio-masse provenienti dalle campagne come gli stessi tralci delle viti, l’illuminazione della cantina senza energia elettrica ma con collettori solari e la piantagione di specie arboree autoctone.