Tira una cattiva aria per Austria, Repubblica Ceca, Germania, Polonia e Slovacchia: non ancora dimostratesi capaci di affrontare in modo efficace le emissioni in eccesso di PM10 sono state oggi richiamate dalla Commissione Europea.
(Rinnovabili.it) – “Sono necessarie norme severe per tutelare la salute dei cittadini dell’Unione Europea. L’inquinamento atmosferico continua a causare oltre 350.000 morti premature ogni anno in Europa. E per tale motivo gli Stati membri devono rispettare pienamente i limiti nelle zone in cui non sono applicabili proroghe”. E’ il commento deciso e senza mezzi termini del Commissario per l’Ambiente Janez Potočnik a seguito dell’esortazione ufficiale da parte di Bruxelles, nei confronti di cinque paesi dell’Unione, a recuperare il gap normativo sulla qualità dell’aria. Sul banco degli imputati ci sono Austria, Repubblica Ceca, Germania, Polonia e Slovacchia, ree di non essersi conformate con la direttiva 2008/50/CE; la norma in questione impone agli Stati Membri di garantire sia un valore di concentrazione del PM10 annuo (40 ug/m3) e un valore giornaliero (50 ug/m3) da non essere superare più di 35 volte per anno. Questi limiti dovevano essere soddisfatti entro il 2005; anche se è permesso ai Paesi di presentare domanda per l’esenzione da tale obbligo fino al giugno 2011, queste deroghe sono soggette a una serie di condizioni. Condizioni ritenute dalla Commissione non soddisfatte e ora le 5 nazioni hanno due mesi per conformarsi al parere motivato secondo le procedure di infrazione UE. In mancanza di risposte soddisfacenti da parte degli Stati membri interessati, la Commissione potrà rivolgersi alla Corte di giustizia europea.