Rinnovabili

Quale il futuro del piano energetico regionale? Dibattito aperto a Bologna

Su invito di Legambiente si sono confrontati amministratori regionali e locali, categorie economiche ed esperti sul futuro del Piano Regionale dell’Energia.
All’ordine del giorno l’utilizzazione delle fonti rinnovabili: il 23% della nuova potenza installata nel mondo arriva da sole e vento; in Italia nel solo mese di agosto le installazioni di nuovi impianti fotovoltaici sono cresciute di 25 MW mentre alcuni continuano a non rendersi conto che questa è l’unica strada realmente praticabile per la salvaguardia del pianeta e il rilancio dell’economia in chiave sostenibile. Il governo italiano, ad esempio, da un lato rispolvera il nucleare e dall’altro colpisce duro proprio quelle aziende e quelle famiglie che vogliono contribuire al risparmio energetico e al decollo delle rinnovabili complicando l’iter burocratico di accesso agli incentivi statali sugli interventi per il risparmio energetico ed il solare termico. Gli ultimi atti in materia da parte del governo tendono a scoraggiare le famiglie che vogliono investire in energia pulita e le aziende del settore, con grave danno per il Paese nella lotta ai cambiamenti climatici.
Col via libera al nucleare e l’intenzione di arrivare in breve tempo a produrre il 25% dell’energia necessaria al nostro Paese dall’atomo, viene proposto agli italiani un modello energetico ormai vecchio e superato, che non tiene conto della volontà dei cittadini espressa 21 anni fa nel referendum che ha determinato la chiusura delle centrali sul nostro territorio e che non prevede alcun tipo di confronto con le istituzioni locali e con le popolazioni.
Legambiente Emilia-Romagna ha inoltrato al presidente della regione Vasco Errani ed a tutte le amministrazioni locali, la richiesta di dichiarare zona denuclearizzata l’intero territorio emiliano-romagnolo, per prevenire la futura edificazione di centrali nucleari (previste dal piano energetico del governo) sul territorio.
“Le amministrazioni locali – afferma Luigi Rambelli, presidente di Legambiente Emilia-Romagna – oltre che legiferare a favore di un incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili, possono facilmente dare il proprio contributo al raggiungimento degli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto, attuando le più pratiche, ma altrettanto importanti, politiche di risparmio energetico”.
A questo proposito è emblematico il caso sollevato durante il dibattito pubblico sugli sprechi energetici del periodo natalizio, e nello specifico sul consumo esorbitante della pista di pattinaggio sul ghiaccio di piazza XX Settembre. Date le caratteristiche dell’impianto si può infatti stimare un consumo quotidiano di circa 840 Kw/h per la sola refrigerazione della pista (escludendo quindi luce, impianti audio e qualunque altra apparecchiatura); in pratica la stessa quantità di energia elettrica consumata quotidianamente da un centinaio di abitazioni.
“Questo sperpero di energia, ma anche di denaro pubblico – ha commentato Rambelli – risulta ancor più intollerabile alla luce delle moderne tecnologie per le piste da pattinaggio che, impiegando materiali sintetici al posto del ghiaccio, permettono di mantenere lo scopo ludico annullando l’energivora refrigerazione necessaria agli impianti tradizionali. New York, Riccione e molte altre città italiane e straniere hanno già da tempo imboccato questa direzione, che consente tra l’altro di avere impianti semi-permanenti per tutto l’anno indipendentemente dalla temperatura. Bologna purtroppo è rimasta ferma al frigorifero…”.
Il problema quindi non è più la ricerca di tecnologie innovative per la riconversione verde della struttura energetica locale e nazionale ma è, come sostiene Massimo Serafini (segreteria nazionale di Legambiente), “un problema di volontà politica”. È compito delle amministrazioni locali mettere in pratica le necessarie e ormai risapute politiche di risparmio energetico, utilizzando tecnologie già ampiamente sviluppate che non deprimono bensì rafforzano la crescita economica, soprattutto in questo periodo di crisi. La regione Emilia-Romagna, nella redazione del futuro piano energetico, dovrà riporre una particolare attenzione all’eccessivo consumo energetico: secondo i dati riportati dall’ing. Alex Sorokin (consulente energetico internazionale e Direttore di Interenergy) il fabbisogno energetico e le conseguenti emissioni di CO2 della nostra regione sono ampiamente superiori alla media nazionale ed europea. Quest’immensa domanda di energia, inoltre, non riesce ad essere soddisfatta dalla produzione nazionale e necessita perciò di gravosi approvvigionamenti extra-nazionali. Al termine dell’incontro ci si continua a chiedere quali siano le prospettive del Piano Energetico dell’Emilia Romagna… l’unica risposta è che il futuro del pianeta è nelle energie rinnovabili.

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