Rinnovabili

PUELL, una casa passiva a Torino

I tecnici lo hanno chiamato PUEEL, ovvero Prefabbricato ad uso Uffici Energicamente Efficiente in Legno. Per chi la vede per la prima volta si tratta di una casetta di legno costruita anni fa all’interno della tenuta Millerose, in Corso Casale a Torino, dove ha sede l’IPLA, l’Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente, ente strumentale della Regione Piemonte, azionista di maggioranza, del Comune di Torino e della Regione Autonoma Valle d’Aosta, rinata a nuova vita grazie al lavoro dei servizi tecnici regionali della Direzione Risorse Umane e Patrimonio. E la nuova vita dell’edificio è caratterizzata, come si capisce dalla sua definizione, dal fatto di essere una cosiddetta “casa passiva”, ovvero un edificio che è efficiente dal punto di vista energetico e corretto da quello ambientale, secondo i parametri internazionali in materia di efficienza energetica.

Le chiavi della casa sono state consegnate oggi all’IPLA, nelle mani del presidente Lido Riba e del direttore Mauro Piazzi, da parte della Regione Piemonte, rappresentata per l’occasione dall’assessore al Patrimonio Giovanna Quaglia, da cui dipendono i servizi tecnici che hanno realizzato l’intervento, e dall’assessore all’Energia Massimo Giordano, che segue tutte le attività di risparmio energetico, in questo caso ben espresse dalla nuova struttura.

“E’ stata interamente riqualificata – ha spiegato l’assessore Quaglia – una struttura regionale che oggi, grazie all’utilizzo del legno e all’impiego di tecnologie innovative, è in grado di contenere i consumi e di sfruttare fonti energetiche rinnovabili a basso impatto ambientale. Per comprendere l’impatto è sufficiente fare un confronto con l’attuale parco edilizio, dove gli edifici costruiti con tecniche tradizionali, ma privi di isolamento, raggiungono un fabbisogno energetico di 150kWh/m2 rispetto ad un massimo di 30 kWh/m2 consumati dalla “casa passiva”. Questo intervento rappresenta un notevole passo in avanti nell’applicazione di tecnologie e soluzioni energicamente efficienti, ma anche un esempio concreto per l’amministrazione pubblica, che ha di fronte un modello di riferimento di differenti soluzioni tecnologie ed impiantistiche, alcune assolutamente d’avanguardia, realizzate con criteri di ottimizzazione, efficienza e risparmio energetico”.

“E’ vero che secondo la terminologia energetica si tratta di una “casa passiva” – hanno detto infine Lido Riba, presidente dell’IPLA, e Mauro Piazzi, direttore – ma preferiamo considerarlo un edificio “attivo”, nel senso che, dal punto di vista del bilancio energetico, il saldo è potenzialmente positivo, consumando meno energia di quanta non ne produca. Siamo riusciti a realizzare il progetto che ci eravamo prefissi, con la riqualificazione energetica dell’intero fabbricato, compiuta attraverso l’utilizzo di legno e l’impiego di tecnologie innovative che puntavano al contenimento dei consumi e allo sfruttamento di fonti energetiche rinnovabili e a basso impatto ambientale. Lo scopo che ci eravamo prefissi con la Regione Piemonte era quello di realizzare una costruzione caratterizzata da un fabbisogno energetico complessivo molto basso, pari a 15 kWh/mqa. Si tenga conto che il fabbisogno di energia netta prima dell’intervento di rifacimento dell’edificio era pari a 145 kWh/mqa. Pertanto il nuovo edificio consuma per il riscaldamento invernale circa 10 volte meno del vecchio. Invece il valore limite del fabbisogno di energia netta che bisognerebbe ad oggi rispettare per realizzare un edificio analogo per geometrie e volumi è di 67,28 kWh/mqa, secondo il DGR n. 46-11968. Il fabbisogno di 15 kWh/mqa è tale da permettere di dichiarare l’edificio “casa passiva” secondo la definizione adottata presso l’istituto Case Passive di Darmstadt – Germania, riconosciuto a livello internazionale”.

*SCHEDA TECNICA*

L’edificio (Pueel) attualmente a struttura lignea, con tamponamenti in legno, è isolato a cappotto con pannelli in fibra di cellulosa e fibra di legno e rivestito con listelli in legno .
Sul prospetto sud-ovest è stato realizzato un ballatoio in legno, per l’eliminazione delle barriere architettoniche, che è anche la struttura di supporto per i pannelli fotovoltaici semitrasparenti con funzione di brise-soleil.
La copertura contiene i moduli dei pannelli solari, integrati.
A livello impiantistico si sono utilizzate tecnologie diverse, alcune più affermate (pavimenti radianti, collettori solari termici e fotovoltaico), altre poco impiegate (materiali a cambiamento di fase, recuperatori ad alta efficienza/attivi, elevati spessori di coibentazione), per la realizzazione di un sistema integrato, all’interno del quale sia confortevole lavorare, effettuare attività didattiche ed allo stesso tempo sperimentare soluzioni differenti e complementari, misurando gli effetti degli interventi.
Gli impianti termoidraulici, in particolare quelli di climatizzazione, a servizio della struttura sono stati realizzati tenendo conto dei seguenti criteri:
· flessibilità d’uso nel tempo, cioè capacità di fornire prestazioni variabili nel corso di una stessa giornata e nelle diverse stagioni e secondo la destinazione d’uso degli ambienti;
· capacità di ottenere condizioni di benessere di livello superiore alla norma;
· bassi costi d’esercizio e di manutenzione.
· massimizzare i recuperi di calore interni ed esterni;
· utilizzare l’energia solare per applicazioni termiche ed elettriche;
· ridurre al minimo l’integrazione dei fabbisogni termici da parte di fonti non rinnovabili.
Per il raggiungimento degli obiettivi energetici, senza penalizzare il comfort per gli occupanti, si sono adottate le seguenti tecnologie:
· involucro edilizio con elevate caratteristiche di isolamento;
· materiali naturali;
· PCM – Phase Change materials, che costituiscono un avanzato settore di ricerca applicata in edilizia: in combinazione con i materiali naturali (a bassa densità e bassa inerzia termica) concorrono ad aumentare la capacità termica delle pareti su cui sono applicati, smorzando le oscillazioni termiche dell’ambiente climatizzato, con positive ripercussioni sul comfort e le potenze (nonché sui consumi e sui costi di installazione) degli impianti;
· isolamento esterno in alluminio multIPLAyer : una barriera agli infrarossi realizzata con un sottile multistrato di alluminio, posta all’esterno della struttura isolata: la pellicola protettiva deriva da applicazioni aerospaziali, ma ha già impieghi in edilizia;
· collettori solari integrati in copertura e per integrazione al riscaldamento e raffrescamento garantiscono il perfetto inserimento architettonico degli impianti solari termici con la copertura, un’ottima integrazione estetica con l’impianto fotovoltaico, la funzione di protezione agli agenti meteorologici e ombreggiamento e forniscono una significativa integrazione al riscaldamento, riducendo i consumi e minimizzando il tempo di ritorno economico dell’investimento;
· PSD – Plancher solaire direct : un sistema di integrazione solare con pavimento radiante, seguendo il principio di accumulare il calore nel pavimento;
· recuperatore di calore ad alta efficienza;
· sistema fotovoltaico
· autocostruzione collettori solari;
· monitoraggio condizioni ambientali interne, consumi e produzioni termiche ed elettriche per redigere bilanci energetici annui misurati, per effettuare modifiche mirate all’impianto e per sviluppare competenze specifiche su sistemi innovativi;
· motori elettrici a regolazione elettronica;
illuminazione a led e pc a basso consumo.

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