(Rinnovabili.it) – Mentre l’attesa dei più è rivolta nei confronti dei vari provvedimenti attuativi che ridisegneranno il sistema incentivante, il “decreto legislativo del 3 marzo 2011, n. 28”:https://www.rinnovabili.it/rinnovabili-cdm-approva-decreto-la-revisione-degli-incentivi-puo-attendere-403869 riportante _“Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE”_ è stato pubblicato ieri sul “supplemento ordinario n. 81 alla Gazzetta Ufficiale n. 71”:https://www.gazzettaufficiale.it/guridb/dispatcher?service=1&datagu=2011-03-28&task=dettaglio&numgu=71&redaz=011G0067&tmstp=1301402307368. Ne compongono il quadro Quarantasette articoli e 4 allegati tecnici relativi, rispettivamente, a Procedure di calcolo degli obiettivi, Requisiti e specifiche tecniche degli impianti alimentati da fonti rinnovabili ai fini dell’accesso agli incentivi nazionali, Obblighi per i nuovi edifici o gli edifici sottoposti a ristrutturazioni rilevanti e Certificazione degli installatori. L’entrata in vigore del decreto è stata stabilita per oggi, giorno seguente alla pubblicazione comportando così, innanzitutto, l’attivazione di tutti i nuovi obblighi in materia di certificazione energetica degli edifici. In questo senso è importante riportare le novità in termini di competenze. Alle Regioni spettano le scelte normative sulla “dotazione” e sulle modalità di rilascio delle certificazioni energetiche formazione della certificazione energetica, mentre lo Stato rimane competente in materia di disciplina dei contratti, (forma, contenuto, vizi e sanzioni). Per le Regioni che non hanno una disciplina propria in tema di *Attestato di certificazione energetica* resta invece valido l’articolo 9 dell’allegato “A” al Dm 26 giugno 2009, secondo cui i proprietari di edifici che presentano una qualità energetica modesta possono rispettare la legge indicando, semplicemente, che quell’edificio è di classe G e che il costo per gestirlo dal punto di vista energetico è alto.
E mentre oltre 1500 imprese di settore, insieme ad importanti Fondi di Private Equity italiani e stranieri hanno deciso di presentare ricorso alla Commissione Europea, per denunciare l’illegittimità dei tagli agli incentivi, i primi ad intervenire sulla questione sono Ance e Ancpl-Legacoop che lamentano nel decreto norme non condivisibili “che comportano una sostanziale parificazione dei diritti acquisiti – e che vanno assolutamente salvaguardati (autorizzazioni uniche rilasciate a seguito di un processo che attraverso Via e consultazioni di tutti gli Enti interessati si conclude al termine di un percorso che in molti casi richiede fino a due anni) – con le iniziative semplicemente avviate prima del primo gennaio 2011, che sono quindi ad oggi prive di qualsiasi titolo abilitativo”.