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Pubblicati i dati ISTAT sull’impatto ambientale

L’ISTAT presenta i dati ufficiali relativi all’impatto sull’ambiente generato dalle attività antropiche rispetto alle emissioni di gas serra per il periodo 1990-2006. Il risultato è stato che la responsabilità dell’80% e oltre delle emissioni inquinanti è delle attività produttive, mentre solo il restante 20%, o poco meno, è piena responsabilità delle famiglie. Quanto alla distribuzione di tali meriti, intesi in senso negativo, in testa alla ‘classifica inquinante’ nel settore produttivo il primo posto spetta alle industrie manifatturiere che incidono per il 27%, a seguire, il settore dell’agricoltura e la coltivazione per un totale del 40%, la produzione di energia elettrica, gas e acqua con il 26% complessivo delle emissioni di gas serra e il trasporto. Aldilà delle percentuali, di per sé preoccupanti, ciò che tuttavia allarma maggiormente è che le attività manifatturiere, agricoltura e il settore energetico esercitano una pressione sull’ambiente sproporzionata rispetto alla creazione dei valori economici sia dal punto occupazionale che di valore aggiunto, in quanto la ricchezza prodotta non è in grado di compensare i danni ambientali e quelli sulla salute, in sostanza il danno scaturito è maggiore del beneficio prodotto. Nota al margine positiva relativamente all’attività produttiva è che nello stesso periodo di tempo, parallelamente all’incremento delle emissioni di gas serra, sono diminuite quelle degli inquinanti alla base della formazione dell’ozono troposferico, altamente pericoloso per la salute umana. Quanto alle emissioni di gas serra generate dall’attività familiare, ciò che più influisce sulla percentuale di emissioni di gas serra è l’utilizzo di combustibili per il trasporto privato, per il riscaldamento e per gli usi di cucina, e tutto ciò che compete la vita domestica.

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