Rinnovabili

Ptc ed energie rinnovabili

“Il Piano territoriale di coordinamento garantisce lo sviluppo sostenibile del territorio. Ribadisco questo concetto per quanti temono che l’apertura alle rinnovabili possa tradursi in un qualcosa di incontrollato e incontrollabile. Al contrario il ruolo della Provincia è proprio quello di evitare che ciò accada vagliando ogni singola proposta e armonizzando gli interventi all’interno di una visione d’insieme che tuteli il territorio e i cittadini”.
Così Marco Sabatini, vicepresidente e assessore provinciale al Governo del Territorio, interviene in risposta alle dichiarazioni del Circolo Legambiente di Manciano e di Rifondazione comunista, apparse nei giorni scorsi sulla stampa locale.
“Con il nuovo Piano territoriale di coordinamento – continua Sabatini – la Provincia ha mantenuto salda la connessione tra agricoltura e sviluppo delle energie rinnovabili prevista nel precedente impianto. La scelta di portare dal 70 al 90 per cento la porzione di territorio dove è consentita l’installazione di pannelli fotovoltaici riguarda esclusivamente gli impianti connessi alle attività agricole e inquadrabili come integrazione del reddito. Si tratta di impianti che non possono occupare più del 5% della superficie utile agricola dell’azienda e possono produrre al massimo un megawatt.
Per quanto riguarda i grandi impianti industriali il Ptc contiene puntuali criteri che la Provincia applicherà con estrema attenzione e rigore nella valutazione delle proposte avanzate dai singoli Comuni.
Mi stupiscono, quindi, le affermazioni di Rifondazione Comunista e l’atteggiamento del Circolo Legambiente di Manciano che solleva in questa fase una serie di perplessità, nonostante la Provincia sia arrivata all’approvazione definitiva del Ptc attraverso un percorso partecipato, che ha visto a più riprese il coinvolgimento di Legambiente, di cui, tra l’altro, sono state recepite anche parte delle osservazioni.
Al Circolo di Manciano vorrei ricordare che i criteri di valutazione della Provincia non si limitano alla ‘salvaguardia della cartolina’. La Provincia terrà in considerazione, oltre alle proposte di localizzazione e all’impatto visivo e paesistico degli interventi, la loro utilità sociale, scoraggiando i progetti basati solo sulla rendita assicurata dagli incentivi che non portano valore aggiunto alla collettività e al territorio. Progetti che non contribuiscono in sostanza alla crescita sostenibile e alla costruzione di una vera e propria filiera produttiva delle rinnovabili.
Concludo con una precisazione rispetto a quanto affermato da Rifondazione Comunista: per gli imprenditori agricoli non c’è bisogno delle varianti urbanistiche essendo richiesta l’autorizzazione all’esercizio con il Piano aziendale di miglioramento agricolo e ambientale”.

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