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Protocollo d’intesa tra Ato e Province di Pisa, Livorno, Lucca e Massa

Un protocollo d’intesa tra l’Ato Costa e le Province di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara è stato sottoscritto a Pisa nella sede dell’amministrazione provinciale, per la gestione transitoria degli Rsu (rifiuti solidi urbani) e la stima dei Rub (rifiuti urbani biodegradabili) da conferire in discarica, in attesa dell’adozione del primo Piano provinciale interprovinciale di smaltimento dei rifiuti, come richiesto dai nuovi regolamenti regionali, prevista entro dicembre 2010. L’atto è stato firmato per l’Ato Costa (in rappresentanza dei 111 comuni dell’area) dal sindaco di Pisa Marco Filippeschi; per la Provincia di Pisa dal presidente Andrea Pieroni alla presenza dell’assessore all’ambiente Valter Picchi; per la Provincia di Livorno dal presidente Giorgio Kutufà; per la Provincia di Lucca dall’assessore all’ambiente Maura Cavallaro; per la Provincia di Massa Carrara dall’assessore all’ambiente Livio Grillotti.

La necessità di questa ampia intesa deriva dalle prescrizioni della normativa nazionale, che, oltre all’obbligo principale del perseguimento degli obiettivi di raccolta differenziata del 65% al 2012, stabiliscono il rispetto, dal marzo 2011, del limite massimo di 115 kg per abitante di rifiuti biodegradabili smaltibili in discarica. A livello di ambito territoriale tali obiettivi risultano ancora distanti, attestandosi il profilo di raccolta differenziata (al 31/12/2009) intorno al 35,2% e quello dei rifiuti biodegradabili a 170 kg per abitante. A questo proposito nel protocollo si evidenzia che “in attesa della completa attuazione dei contenuti indicati negli strumenti di pianificazione, si rende necessaria una programmazione della fase di transizione che garantisca condizioni di corretta e totale gestione dei rifiuti urbani”, dal momento che “il mancato rispetto di tali condizioni” e “gestioni non coordinate del sistema di raccolta, del sistema impiantistico e della logistica del trasporto” potrebbero “portare a situazioni di estrema criticità ambientale, con evidenti riflessi di ordine socio-economico”.

Per questo il protocollo d’intesa fissa una serie di azioni per elevare la capacità di raccolta differenziata, attribuendo compiti specifici a tutti i soggetti coinvolti – Ato (funzioni di monitoraggio) e Province (coordinamento e completamento dell’iter per il Piano interprovinciale) – con particolare riferimento ai Comuni, che dovranno assicurare la spinta decisiva, attivando “le competenze a loro disposizione – si legge nell’atto – al fine di sostenere l’impegno straordinario in materia”. Si entra poi nel dettaglio di queste azioni, che sono: l’individuazione di una figura preposta al coordinamento con Ato, Province, e gestori per l’attuazione degli indirizzi a livello comunale; la messa a disposizione di spazi e condizioni operative in modo che i soggetti gestori possano espletare i servizi di raccolta con maggiore efficacia; l’emanazione di disposizioni tese ad ottimizzare le forme di conferimento differenziato dei rifiuti da parte delle utenze domestiche e non domestiche; l’effettuazione sui territori di campagne di comunicazione rivolte a cittadini e scuole; lo svolgimento di attività di vigilanza e controllo sui conferimenti impropri; l’attuazione di iniziative straordinarie di raccolta differenziata per aumentare le occasioni di partecipazione e di accesso a soggetti diversi.

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