La grande distribuzione americana ha dimostrato interesse per il progetto pilota della Provincia di Grosseto sulla riduzione di Co2 nella filiera vitivinicola.
A Palazzo Aldobrandeschi, prosegue il convegno internazionale dal titolo “Low Carbon Economy: un nuovo approccio per la competitività della filiera agro-alimentare”
La grande distribuzione americana e i rappresentanti di Coop Italia si sono riuniti a Grosseto, con relatori e studiosi provenienti dalle più importanti università italiane, in occasione del Convegno internazionale sulla riduzione delle emissioni di carbonio nella filiera agroalimentare, che si è svolto oggi nella Sala Pegaso di Palazzo Aldobrandeschi. All’iniziativa è intervenuta anche l’assessore regionale all’Ambiente Anna Rita Bramerini.
Domani i lavori proseguiranno, a partire dalle 9 e 30 con gli interventi di Enrico Bonari del Sant’Anna di Pisa e Gianni Fiaccadori dell’Ice, poi sarà la volta della Tavola Rotonda con le organizzazioni agricole e la partecipazione di Federico Vecchioni, presidente nazionale di Confagricoltura.
“Il convegno – spiega Leonardo Marras, presidente della Provincia – mette a confronto il mondo scientifico e imprenditoriale sull’importanza di certificare l’emissione di Co2 nei processi produttivi: una scelta di sostenibilità ambientale che si sta rivelando anche un’opportunità per trovare nuovi sbocchi commerciali. Negli ultimi anni, infatti, stanno emergendo fasce di consumatori sempre più sensibili alle buone pratiche nei processi produttivi, premiando i prodotti ottenuti con un basso impatto ambientale. La Provincia di Grosseto, in questo senso, è una delle realtà più attente e all’avanguardia a livello nazionale, avendo portato avanti, insieme alla Scuola Sant’Anna di Pisa e all’Istituto per il Commercio Estero (ice) un progetto pilota, che coivolge 4 importante realtà del settore vitivinicolo locale: l’azienda Le Pupille situata nel comune di Scansano; l’azienda MorisFarms nel comune di Massa Marittima, e le Cantine cooperative di Scansano e Pitigliano con una parte dei loro soci. Un’esperienza positiva che in futuro vogliamo estendere al settore olivicolo e alle altre filiere.”
“Il progetto – dichiara Enrico Bonari del Sat’Anna di Pisa- iniziato circa un anno fa con la raccolta e l’elaborazione dei dati, ci ha consentito di quantificare per ciascuna azienda e cantina coinvolte, il gas effetto serra emesso nella produzione di una bottiglia di vino. Abbiamo tenuto conto dell’intera filiera: dalle operazioni di impianto dei vigneti, alla raccolta delle uve, fino all’imbottigliamento e alla distribuzione del prodotto. Questo studio, personalizzato per ciascuna realtà produttiva, potrà essere utilizzato dalle aziende per chiedere la certificazione ‘Carbon FootPrint’ che misura l’impatto delle attività umane sull’ambiente in termini di emissioni di gas serra”.
“Una certificazione – aggiunge Gianni Fiaccadori dell’Ice -immediatamente applicabile che ci consente di valorizzare le produzioni locali, con particolare riguardo al mercato internazionale. La grande distribuzione americana, per esempio, ha dimostrato interesse per questo progetto pilota e per la promozione di panieri che riuniscono i più importanti prodotti tipici della Maremma, dal vino, all’olio, ma anche altre produzioni che esprimono l’unicità e la qualità del territorio.”