Il progetto è nato a Londra, ma tra i suoi creatori figurano diversi nomi italiani. Si tratta di una specie di “fungo”, un grande “ombrello” dalla forma a vortice, con la particolare caratteristica di reagire alla luce. I segmenti poligonali della superficie reagiscono alla luce ultravioletta, mappando la posizione e l’intensità dei raggi solari. Quando sono nell’ombra, i segmenti di OR sono bianco traslucido. Tuttavia, una volta colpiti da luce solare sono colorati, inondando lo spazio con differenti tonalità di luce. Durante la notte, OR si trasforma in un “candeliere” enorme, diffondendo la luce nell’ambiente circostante, creando uno spazio di grande atmosfera per gli eventi e le riunioni. Le tonalità generate dalla superficie fotoreattiva nei confronti dei raggi ultravioletti sono quindi indicatori dei cambiamenti del tempo e della luce del giorno, creando un oggetto architettonico dinamico, che può essere utilizzato anche sugli ambienti esterni delle costruzioni. Con OR è la prima volta che la tecnologia fotoreattiva è stata usata su scala architettonica. La struttura ecologica è un primo passo nell’esplorazione delle possibilità d’impiego dei materiali fotoreattivi nei campi dell’arredamento e del designer. La bellezza di OR è la sua costante interazione con gli elementi circostanti; dando la misura dell’andamento dei raggi solari e segnalandone la variazione durante il giorno fa di ogni attimo un momento unico. Il progetto OR è stato sviluppato dagli architetti e dai designer Ran Ankori, Francesco Brenta, Maya Carni, Christoph Klemmt, Laura Micalizzi e Elisa Oddone.
*_LE ALTRE TECNONEWS_*
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