(Rinnovabili.it) – Un audace schema per la raccolta di gas dal pianeta Urano potrebbe costituire la nostra migliore speranza per il rifornimento dei viaggi nello spazio interstellare. La convinzione appartiene al team che sta lavorando al Progetto Icarus, reincarnazione del Progetto Dedalo e che mira a fare incetta di un elemento ormai quasi completamente scomparso sulla Terra. Parliamo l’elio-3, l’isotopo leggero dell’elio (He) battezzato il “petrolio spaziale”. Si tratta di un gas non radioattivo, estremamente utile per le reazioni di fusione – il cui unico sottoprodotto è un protone – e dalle enormi potenzialità energetiche; è stato calcolato infatti che 150 tonnellate sarebbero sufficienti per soddisfare i fabbisogni elettrici mondiali per un anno intero. L’idea è quella di lanciare su Urano – pianeta in cui abbonda l’isotopo in questione – un razzo senza equipaggio dotato di una mongolfiera robotica che possa essere riempita con elio-3; la navicella avrebbe 70 giorni per raggiungere Urano, dove prelevare 500 tonnellate di gas per poi tornare _a casa_ .
Dietro Icarus la _Tau Zero Foundation_ e la _British Interplanetary Society_, gruppo non-profit di scienziati dedicato al volo spaziale interstellare ben cosciente dei problemi tecnici e tecnologici che ne ostacolano, allo stato attuale, la fattibilità. “Un primo lancio potrebbe essere programmato per l’anno 2100 e, se la domanda di energia mondiale continuasse a crescere al tasso storico del 2,5 per cento, allora entro il 2100 circa 14.000 tonnellate di mix deuterio/elio-3 sarebbe potrebbe rifornire la domanda mondiale e ogni anno”.