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Progetto ENEA per impianto termodinamico a Palermo

Una tecnologia innovativa a emissioni zero capace di sfruttare l’energia solare per produrre elettricita’, acqua calda e fredda anche di notte o con la pioggia. Il nuovo impianto solare termodinamico “Trebios” e’ il progetto che l’Enea, dopo Roma e Priolo, intende realizzare a Palermo, con il contributo tecnico dei ricercatori del dipartimento di Ingegneria chimica dell’universita’ e partner finanziari pubblici e privati. Il progetto e’ stato presentato oggi. L’impianto si potra’ realizzare “nella zona di Pagliarelli – ha detto l’assessore comunale all’Ambiente, Lorenzo Ceraulo – in un terreno confiscato alla mafia”. Per quanto riguarda i finanziamenti, si fa notare dei 630 milioni di euro di risorse pubbliche destinate allo sviluppo dell’energia in Sicilia, 177 milioni sono riservati all’incentivazione delle tecnologie solari. “Si tratta di fondi comunitari e statali – spiega Francesca Marceno’, dirigente responsabile del servizio Risorse minerarie ed energetiche dell’assessorato regionale all’Industria – destinati a imprese, enti locali, pubblici e centri di ricerca. Ma sta per partire anche un altro importante programma nazionale, il Pon Energia, le cui risorse dovrebbero essere destinate per la maggior parte alla Sicilia”. Un prototipo dell’impianto e’ gia’ stato realizzato al Centro ricerche Casaccia dell’Enea, a Roma, e un altro sara’ completato entro la fine del 2009 a Priolo, in provincia di Siracusa, attraverso un progetto che l’Enea ha sviluppato con l’Enel. Una rivoluzione nel campo della produzione di energie rinnovabili, incentivata dallo sblocco dei finanziamenti pubblici alla fine del marzo scorso a favore del solare termodinamico. “Il via libera della Conferenza Stato-Regioni alla bozza di decreto – afferma Fabrizio Fabrizi dell’Enea – e’ un risultato che permette anche all’Italia di puntare su una forte diffusione del solare termodinamico a concentrazione, una tecnologia innovativa a emissioni zero. L’Unione europea impone che nel 2020 le energie rinnovabili dovranno raggiungere l’obiettivo del 20 per cento dell’energia prodotta”. L’impianto solare termodinamico e’ una struttura modulare, composta da enormi specchi (collettori, ognuno delle dimensioni di un campo di calcio) di forma parabolica, che concentrano la radiazione su un tubo “ricevitore” al cui interno scorre un fluido, il quale, riscaldandosi, assorbe l’energia solare e la trasforma in calore ad alta temperatura (550 gradi). Il fluido caldo (miscela di sali fusi) viene raccolto in serbatoi isolati termicamente e distribuito su richiesta anche in assenza di sole, di notte e con la pioggia. E’ una tecnologia diversa dal fotovoltaico e dall’eolico, poiche’ rende possibile l’utilizzo dell’energia rinnovabile indipendentemente dalle condizioni climatiche. L’Universita’ di Palermo, ha detto Giuseppe Filardo, ordinario di Chimica industriale, studiare il modo di utilizzare l’energia prodotta “anche per altri scopi quali, ad esempio, la raffinazione e la produzione di biocombustibili dalle biomasse, ovvero i residui dell’industria olivicola e vinicola”.